Economia

Cinque amici e un «segreto» per la Schiaccia

Da uno spuntino a base di schiaccia l'idea imprenditoriale di cinque soci-amici
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Per adesso è una storia fresca e buona come il pane. Chissà come la si racconterà fra cinque o sei anni. O fra dieci. Chissà se quella che oggi è una storia di simpatica semplicità avrà il successo che è capitato (e che si sono costruiti, intendiamoci) a quelli della Piadineria che in vent’anni sono passati da zero a cento. Speriamo.

La storia è quella della Schiaccia e di cinque soci-amici. Loro sono Pietro Nuccio, Massimo Bellelli, Lodovico De Rossi, Luigi Pasini e Francesco Nuccio, figlio di Pietro, ognuno con attività professionale extra-Schiaccia. L’idea è stata di Pietro, colpito «come da un fulmine» un giorno qualsiasi del 2014 a Bergamo dove, «per caso ma proprio per caso» fa uno spuntino con una schiaccia. 

La schiaccia altro non è che una sorta di panino (ma un po’ più schiacciato) dove ci si diverte a metter dentro quel che la fantasia e il buon gusto suggeriscono. È come la pizza: c’è la base e sopra ci si mette il resto, a fantasia. L’origine pare sia livornese, ma la cosa sta prendendo piede un po’ dappertutto. Ma - naturalmente - c’è schiaccia e schiaccia e quella di Bergamo - assicura Pietro Nuccio - era fantastica. Che aveva di così tanto speciale?
Gratta gratta si scopre che la schiaccia bergamasca aveva radici nella nonna fornaia ed era buonissima. Merito di chi aveva recuperato il segreto dell’impasto e della cottura dopo mesi e mesi di prova e riprova. 

Nuccio e amici ci fanno una pensata. Fanno l’accordo col bergamasco per la fornitura della materia prima e aprono la prima Schiaccia in città, in via Mazzini, a dicembre del 2014. Il negozio è carino, attrattivo come si dice oggi; l’idea è di essere trasversali (tutte le età) con un occhio alle nuove comodità (carica cellulari dappertutto), wifi libero e un giochino che ti danno alla cassa: quando vibra significa che la tua schiaccia è pronta: prego accomodarsi al bancone. 

Va da sè che l’elemento decisivo è la qualità dei prodotti: non solo della schiaccia (leggera e croccante al punto giusto), ma anche di quel che ci va dentro: verdure sempre fresche, al sabato la stracciattella appena arrivata, il Parma da 24 mesi, solo per fare degli esempi.
La cosa prende piede. Un anno dopo (a novembre del 2015) il negozio in via Cipro e prossimamente la terza apertura in città, nella zona nord. Prima dell’estate, poi, l’avvio del quarto negozio, ma a Ferrara. Poi si vedrà. «Con prudenza», ripetono Pietro Nuccio e Massimo Bellelli che incontro in via Mazzini. Ma si capisce che stanno già pensando ad altro. I conti per ora sono dalla loro. 800 mila euro di fatturato nel 2016 incoraggiano a pensare più in grande. 
Per ora la storia finisce qui. Ma in realtà questa è, come tutti abbiamo capito, una storia che parte. Buon viaggio, dunque, con pro memoria finale ai viaggiatori-imprenditori. La prudenza è la prima virtù di chi si mette in una intrapresa. La seconda (ca va sans dire) è l’audacia. Meditate gente, meditate... E tanti auguri.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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