Economia

Cast, una torre di sette piani per l’università del cibo

I lavori procedono spediti: a gennaio 2020 il campus con alloggi per gli studenti Investimento di 6 milioni
Come sarà la torre di sette piani in via Serenissima © www.giornaledibrescia.it
Come sarà la torre di sette piani in via Serenissima © www.giornaledibrescia.it
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I piloni in ferro della vertiginosa torre sono ancorati ormai da settimane e il cantiere edile chiuderà, consegnando l’opera terminata entro l’estate. Poi pochi mesi per integrare la vecchia e la nuova struttura, sistemare impianti, attrezzature ed arredi, e a gennaio 2020 potrà essere pienamente operativa la nuova sede di Cast Alimenti, «l’università del cibo», in via Serenissima a pochi passi dal capolinea della metropolitana.

«Stiamo procedendo speditamente secondo i programmi», afferma con orgoglio Vittorio Santoro, direttore e anima di questa scuola di alta formazione e specializzazione per tutti gli operatori della ristorazione, della panificazione e della pasticceria. «Con il nuovo anno - aggiunge - dovremmo essere finalmente pronti, avendo completato l’unione operativa degli spazi attuali con i nuovi e potendo contare così anche sui sette piani della torre». L’investimento immobiliare complessivo, compiuto da Arte Bianca spa, storico socio e fondatore di Cast, è di 4,5 milioni, ai quali si aggiunge un altro milione e mezzo di risorse immesse da Cast per gli impianti tecnologici d’avanguardia e la riorganizzazione degli spazi.

«A regime - prosegue il direttore - avremo 12 laboratori e aule di varie dimensioni per le lezioni, il nostro core business, con decine di postazioni di lavoro singole ciascuno, tutti spazi attrezzati col meglio della tecnologia esistente ed estremamente duttili così da poter velocemente ’cambiar pelle’ per ospitare i corsi dalle esigenze diverse di ristoratori, fornai e pasticcieri. Così come abbiamo spostato la cucina centrale al servizio del nuovo ampio ristorante che ogni giorno servirà i pasti agli studenti, ma sarà pure aperto ai bresciani per consentire a chi lo vorrà di conoscerci meglio, magari in occasione di specifiche serate a tema». Oltre ai luoghi di studio, teorico e soprattutto pratico, nella nuova sede trovano spazio anche 42 moderne camere per alloggiare almeno una cinquantina di allievi. «Non ospiteremo qui tutti i nostri corsisti - spiega Santoro - e continueremo ad vere convenzioni con alloggi di diverse tipologie in zona. Dare un letto a tutti era infatti una sfida francamente impossibile, visto che, ad esempio l’anno scorso, abbiamo visto passare in Cast oltre 2000 professionisti che hanno frequentato i corsi di specializzazione della durata di 2/3 giorni, nonché 400 giovani tra i 22 e i 25 anni per i corsi di alta formazione, residenziali e della durata di un anno, e altri 100 giovani per gli itinerari formativi sulla cucina italiana riservati agli stranieri».

Il progetto. I nuovi spazi serviranno a rispondere ancor meglio a questa domanda di «sapere e saper fare», ma nel realizzarli Arte Bianca e Cast hanno voluto compiere anche un passo deciso verso l’economia green e l’eco-sostenibilità. «Sono molti gli interventi che vanno in questo senso - spiega Santoro - in particolare mi piace ricordare il grande orto innovativo che avremo al quinto piano della torre, con colture idroponiche a bassissimo consumo d’acqua e a riuso dell’acqua stessa e zone di agricoltura "di precisione", il tutto gestito con l’aiuto del computer. Un orto modello che non soddisferà tutto il nostro quotidiano bisogno di ingredienti vegetali, ma che vogliamo sia d’esempio concreto per tutti i nostri corsisti». Significative poi le collaborazioni con l’estero: dopo gli Stati Uniti, proprio nelle scorse settimane Santoro si è recato in India e a Dubai, per stringere una sinergica collaborazione con strutture formative di livello universitario, analoghe a Cast, e interessate non solo allo scambio d’esperienze, ma a mandare i loro allievi a Brescia per approfondire la conoscenza della cucina italiana, tendenza food sempre più apprezzata in tutto il mondo. In questi giorni infine si stanno pure chiudendo i conti del 2018 che «non dovrebbero discostarsi molto da quelli dell’anno prima - conclude il direttore - Il fatturato si assesterà infatti come nel 2017 ancora attorno ai 4,5 milioni di euro con 15 dipendenti, mentre l’utile prima delle tasse (nel 2017 di 700 mila euro), sarà per il 2018 inferiore a ragione delle spese e degli investimenti che nell’anno trascorso abbiamo deciso di effettuare».

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