Economia

Capodanno, per il brindisi il vino di Brescia la fa ancora da padrone

Valerio Pozzi
Vendite in crescita: «bollicine» presenti sull’83% delle tavole italiane
Un brindisi - © www.giornaledibrescia.it
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La notte di San Silvestro ha segnato, anche per il capodanno 2025, il picco del consumo di vino frizzante in Italia con un aumento del 2% rispetto allo scorso anno e con il «made in Brescia» a farla da padrone. «Per noi è ancora presto a fare bilanci - commenta Silvano Brescianini presidente del Consorzio di Tutela Franciacorta -, ma le sensazioni, sentendo anche i colleghi, sono di grande soddisfazione per come si sono chiusi i mesi di novembre e dicembre. Dopo una estate interlocutoria, le vendite, con la fine dell’anno, sono andate molto bene».

Anche perché sono state oltre 100 milioni le bottiglie di spumante stappate durante le feste con le bollicine tricolori presenti sull’83% delle tavole, dalle case ai ristoranti agli agriturismi. L’analisi è della Coldiretti su dati Ismea-Unione Italiana Vini. Tutto ciò abbinato al calo dell’8% del blasonato champagne.

Brindisi

Anche la Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, ha stimato che a San Silvestro negli oltre 70mila locali aperti sono state stappate 1,2 milioni di bottiglie, per lo più di spumante italiano, servito in esclusiva nel 78,6% dei ristoranti, mentre il 28,6% abbinato anche alle bollicine francesi.

Il consuntivo 2024 (1,015 miliardi di bottiglie, +8%) rileva la forte controtendenza della tipologia spumanti non solo rispetto ai vini fermi ma anche ai consumi di altre bevande alcoliche - dalla birra agli spiriti - fatta eccezione per il segmento cocktail, che anzi rappresenta una leva di crescita sempre più strategica anche per le bollicine made in Italy.

La «tendenza Spritz», in accelerazione in tutte le aree chiave della domanda a partire dagli Usa, secondo le stime dell’Osservatorio Uiv-Ismea si è tradotta in 2,8 miliardi di cocktail a base di spumante italiano (in particolare Prosecco e altri Charmat), per un totale di circa 340 milioni di bottiglie dedicate al mix. Un fattore determinante per l’export di quest’anno, che si profila in una crescita stimata, lato volumi, del 9%, complice in particolare l’ennesimo exploit del Prosecco.

Scenari

Per l’Osservatorio del vino Uiv-Ismea, a dominare il mercato sono comunque gli spumanti a denominazione di origine controllata (Doc) e garantita (Docg), che rappresentano circa l’80% dell’imbottigliato. E se fino a 20 anni fa la linea del Po non veniva quasi mai oltrepassata, oggi si fa spumante in tutta Italia, con 70 denominazioni a origine controllata e 17 a origine controllata garantita.

Le bollicine tricolori spopolano anche all’estero: quest’anno dovrebbero sfiorare i 2,3 miliardi di euro, +9% sul 2023, secondo l’analisi Coldiretti questa volta su dati Istat. Una crescita che accomuna tutti i mercati a partire da quello statunitense dove si registra un incremento del 15%, fino alla Germania (+6%) e alla Gran Bretagna (+3%). Gli spumanti italiani vincono anche in casa dello Champagne, con un +7% in Francia, e persino nella Russia di Putin (+62%) dove sono tra i pochi prodotti non colpiti dall’embargo.

A livello Ue il mese di dicembre 2024 è stato anche periodo di politica del settore con le raccomandazioni stilate dal gruppo di alto livello sulla politica vitivinicola europea. Si tratta di un serie di azioni mirate ad affrontare le sfide del comparto concentrandosi su tre ambiti chiave: allineare la produzione vinicola alla domanda; rafforzare la resilienza alle sfide del mercato e del clima ed adattarsi alle tendenze per cogliere nuove opportunità di mercato.

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