Economia

Caos appalti pubblici, Ance Brescia: il sistema delle gare non funziona

Angela Dessì
Il presidente Deldossi: «Procedure complesse costringono le imprese a rinunciare ai lavori»
La burocrazia digitale rende più complicato partecipare ai bandi © www.giornaledibrescia.it
La burocrazia digitale rende più complicato partecipare ai bandi © www.giornaledibrescia.it
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Appalti pubblici nel caos con la burocrazia digitale: complice un sistema complesso, poco definito e con oltre 50 piattaforme attive per le imprese, la procedura via web si fa più lunga e farraginosa di quella cartacea. È l’ennesimo grido di dolore quello che si leva da Ance Brescia, l’associazione dei costruttori edili di via Ugo Foscolo che a distanza di alcuni mesi dallo switch off del 1° gennaio 2024 che ha segnato appunto il passaggio definitivo alla gestione digitale degli appalti pubblici torna a insistere sulla criticità di una situazione che, se non risolta, rischia di provocare una vera e propria rinuncia di massa da parte delle imprese.

«Stiamo ricevendo numerose segnalazioni di rinuncia alla partecipazione alle gare a causa di un sistema complesso, lento e con procedure indefinite - tuona Massimo Deldossi, alla guida di Ance Brescia -. In questo momento storico e politico, in cui la sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) diventa sempre più urgente, è una problematica dannosa che si riversa non solo sul nostro territorio, ma sugli interessi dell’intera nazione. Sul tema della digitalizzazione esiste un mercato dell’offerta sostenuto dalle imprese che in questa fase è vittima delle nuove regole - prosegue -. I sistemi devono funzionare per la tutela della concorrenza e dell'equità dei rapporti economici. Non può essere che un sistema nato per semplificare la gestione degli appalti provochi un effetto contrario».

La banca dati

L’ecosistema nazionale messo in moto è un percorso che parte dalla Banca dati nazionale dei contratti pubblici, ente sottoposto all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e che integra le piattaforme di approvvigionamento digitale, la virtualizzazione dei fascicoli relativi ai fornitori e l’automatizzazione di procedure relative ai contratti pubblici. Tale sistema implica che, a partire dal 1° gennaio, ogni stazione appaltante abbia dovuto scegliere e adottare a propria volta una piattaforma digitale per l’approvvigionamento, che permettesse all’ente di gestire la pianificazione, la progettazione, la pubblicazione, l’affidamento e l’esecuzione dell’appalto, comunicando con la banca dati nazionale di Anac.

Nessuna transizione

Una liberalizzazione del mercato senza limiti che ha generato caos rallentando, e in alcuni casi bloccando, la prosecuzione delle gare. Troppe le piattaforme in circolo per la gestione dell’appalto: a marzo 2024, secondo i dati Anac nella sezione apposita (Rpc), erano 54, numero destinato a salire ancora. A complicare il tutto, inoltre, è arrivata la mancanza di un adeguato periodo transitorio per la preparazione allo switch off, con linee guida dell’Anac «pubblicate qualche mese prima della data di passaggio» e «superficiali e rivolte più alla gestione generica dell’appalto».

Tra le difficoltà maggiori segnalate dalle imprese ad Ance, la lentezza nel caricamento dei documenti che, a volte, rischiano anche di essere perduti per problemi tecnici, senza dimenticare che la presenza di numerose piattaforme e la non interoperabilità tra queste, comporta per l’impresa un ulteriore sforzo nella replica di inserimento dei dati per ogni sistema adoperato da stazioni appaltanti diverse, con un incremento di tempi per la gestione del processo triplicati.

«Nonostante l'auspicio di semplificare i processi, si è nuovamente inciampati nelle intricate logiche della burocrazia» affonda Deldossi rimarcando come quella che voleva essere una mossa lungimirante per modernizzare un settore fondamentale per il progresso del Paese, nella pratica si sia tramutata in un «millenium bug», portatore di disfunzioni anziché di progresso. «Nessuna proroga e nessuna deroga da parte delle istituzioni, il passaggio netto e senza un sistema transitorio di preparazione ha bloccato il mercato degli appalti e di conseguenza dei lavori», conclude il leader dei costruttori che auspica «una rapida soluzione per il bene dell’intero sistema».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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