Battaglia per Poligrafica: i piccoli azionisti puntano i piedi

«Poligrafica San Faustino vale molto, molto di più. Senza ritocco del prezzo non consegneremo le azioni. E alla fine se la vedranno tra avvocati». Il bresciano Ferdinando Tomasoni è azionista di lungo corso della quotata bresciana, con le sue 35.000 azioni possiede circa il 3,1% della società di Castrezzato che dallo scorso 26 novembre è sottopposta ad un’Offerta pubblica di acquisto totalitaria lanciata dalla famiglia Frigoli attraverso Campi srl. I Frigoli - che possiedono già il 48,117% del capitale di PSF (e in proprio un altro 5,599%) - hanno messo sul piatto 3,66 milioni, 7,03 euro ad azione, cifra che incorpora un premio (ritenuto in ambienti finanziari adeguato) del 22,5% sul prezzo dei titoli rilevato prima del l’Opa (era 5,74 euro). È quindi pressochè improbabile, spiegano in ambienti finanziari, un ritocco.
La battaglia ingaggiata è solo all’inizio e Tomasoni non è solo. Nelle scorse settimane l’azionista ha pubblicato a proprie spese un annuncio sulle pagine del nostro giornale con l’obettivo di coagulare consensi. «Hanno risposto in parecchi, ci stiamo costituendo in associazione - dichiara-. Abbiamo già il 12% delle capitale sociale della società potremmo superare il 18%. A questo punto l’offerta pubblica di acquisto totalitaria si può dire fallita se non ci sarà un rilancio adeguato».
È pur vero che in questi anni il titolo ha dato poche soddisfazioni. Dopo gli anni scoppiettanti post quotazione, quando l’azione aveva superato i 70 euro si è via via ridimensionato, è arrivato a 4 euro nel 2011, non riuscendo più salire sopra gli 8 euro. Una scommessa rischiosa. Quanto debba essere adeguato il rilancio Tomasoni non lo dice, nel gruppo dei piccoli azionisti non sembra esserci unanimità di vedute. Ma il tempo stringe, e l’improbabile rilancio deve arrivare entro questa settimana. L’offerta si chiude infatti il prossimo 22 febbraio. Alla data di ieri il titolo Poligrafica San Faustino registrava un prezzo pari a 7,6 euro per azione, superiore pertanto all’offerta di 7,03 euro. Le ragioni di questa anomalia sono presumibilmente da ricercarsi nella scommessa di un rilancio da parte della stessa Campi srl.La scommessa non è però priva di rischio per gli investitori. Come si legge nel Documento di Offerta l'operazione è stata posta in essere con l'obiettivo di conseguire la revoca dalla quotazione sul mercato Star - Mta per poi procedere ad un piano industriale più facilmente perseguibile nello status di non quotata.
I Frigoli, alla data di promozione dell'offerta, già detenevano il 67,475% dei diritti di voto tenuto conto del voto maggiorato e delle azioni proprie (circa il 5,59%). Questa quota consente di procedere al delisting di Poligrafica San Faustino attraverso la fusione nella società offerente Campi srl, che chiaramente non è quotata. Cosa conviene ai «piccoli». Una volta portata a termine la fusione, gli azionisti che non avessere aderito all'Opa si troverebbero a possedere non più azioni PSF quotate, bensì quelle di Campi srl non quotate. Queste azioni sarebbero rivendibili solo attraverso trattativa privata, molto più complessa di una negoziazione sul mercato; inoltre queste azioni non esprimerebbero più un prezzo «ufficiale» e la stessa ricerca di un possibile acquirente potrebbe diventare complicata.C’è un ultimo aspetto che un piccolo azionista deve tenere presente: per effetto della fusione gli azionisti in possesso di azioni Campi non potrebbero più valorizzare l'eventuale minusvalenza da cessione delle azioni Poligrafica proprio perché sostituite da azioni non quotate. In sintesi le alternative per gli attuali azionisti Poligrafica sono piuttosto limitate: trovarsi con le azioni Campi difficilmente negoziabili o ottenere una compensazione in denaro per effetto del recesso, che potrebbe risultare inferiore al prezzo di Opa.
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