Economia

Apindustria firma il manifesto per la parità di genere

Si tratta di un documento dello European women's management development per promuovere le donne nei ruoli dirigenziali
Tre donne al lavoro
Tre donne al lavoro
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Nel mondo del lavoro italiano l'impegno delle donne rappresenta il 41% del prodotto interno lordo e vale 614 miliardi di euro. Secondo Banca d'Italia incrementare la partecipazione femminile potrebbe significare un aumento di Pil di 7 punti.

Per favorirla e aumentarla ieri a Brescia, in via Lippi, nella sede di Aspindustria Confapi, è stato compiuto un passo concreto con la sottoscrizione del Manifesto per la parità di genere nei panel, documento realizzato dallo European women's management development, una rete internazionale di lavoro e relazioni che collega professioniste di imprese, istruzione, politica e cultura.

«L'obiettivo – come spiegato dal presidente di Apindustria Brescia Pierluigi Cordua nel convegno «La certificazione della parità di genere: quali vantaggi per le imprese" – è l'aumento sostenibile della rappresentanza delle donne nei ruoli dirigenziali».

Parallelamente il presidente nazionale di Confapi, Maurizio Casasco, ha sottolineato «l'importanza di dotare il paese di leggi che tutelino la gravidanza in rapporto al mondo del lavoro», e ha citato come esempio il sistema francese. Sul tema «tutele» si è soffermata la consigliera di Parità della Provincia di Brescia, Nini Ferrari. «La differenza più rilevante è quella salariale – ha ricordato – ed è conseguenza soprattutto della scarsa tutela della maternità. Serve che le istituzioni inizino a considerare la maternità come un valore e non come un impedimento al lavoro. Un esempio? In Finlandia le famiglie con figli piccoli hanno diritto a 320 giorni l'anno di congedo parentale, per conciliare meglio vita famigliare e carriere. In Italia 5 mesi le mamme e 10 giorni i papà».

Uno strumento per aumentare la presenza femminile nelle aziende potrebbe essere la Certificazione della parità di genere, normata dal Decreto 29 aprile 2022, da cui – come ricordato dall'avvocato Simona Fontana – «le imprese aderenti potranno ottenere sgravi contributivi fino all'1% del totale, aiuti di Stato sugli investimenti, e riduzioni del 30% della garanzia fideiussoria nelle gare pubbliche». Il Pnrr dedica alla diffusione di questo strumento 6,66 miliardi di euro.

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