Economia

Andrea Venturelli lancia MedInBrix: «Brescia diventerà capitale del medicale»

Per il fondatore le potenzialità sono enormi: «Si tratta di un mercato che per il territorio potrebbe valere oltre 100 milioni»
I fondatori di MedInBrix: da sinistra Martin Schachenmayr, Cristian Fracassi, Andrea Venturelli e Riccardo Trichilo - © www.giornaledibrescia.it
I fondatori di MedInBrix: da sinistra Martin Schachenmayr, Cristian Fracassi, Andrea Venturelli e Riccardo Trichilo - © www.giornaledibrescia.it
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Creare un «ecosistema collaborativo» per l’innovazione nei dispositivi medicali e fare di Brescia una «global destination» per chi intende sviluppare dei prodotti biomedicali. È questa la nuova, avvincente, sfida di Andrea Venturelli, l’imprenditore che nel 1996 aveva fondato la Invatec di Roncadelle, società specializzata nella produzione di cateteri e dispositivi cardiovascolari, che nel 2010 era passata alla multinazionale Medtronic e che poi ha tristemente lasciato Brescia.

La nuova creatura di Venturelli si chiama MedInBrix (abbreviazione di Medical in Brixia). È una società benefit, nata lo scorso giugno con l’obiettivo di fare innovazione focalizzandosi sulla crescita del territorio bresciano.

«La presenza di Invatec e poi Medtronic ha creato a Brescia competenze di altissimo livello nello sviluppo di medical device - spiega Venturelli -. Realtà che si combinano perfettamente con le filiere d’eccellenza presenti sul territorio bresciano: dalla lavorazione dei metalli, alla plastica, fino all’automazione. Ecco perché MadeInBrix potrà offrire una vasta gamma di servizi e tecnologie, sfruttando il grande know how del territorio e fare di Brescia una destinazione globale per lo sviluppo di dispositivi medici, attraendo innovatori, ricercatori, investitori».

I protagonisti

Venturelli non è solo in questo progetto. Accanto a lui c’è Emidio Zorzella, presidente di Regolo (holding che detiene la maggioranza delle azioni di Antares Vision); Cristian Fracassi di Isinnova; il manager tedesco Martin Schachenmayr, ex azionista ed amministratore di Contract Medical International, che in MedInBrix avrà il ruolo di Ad. E naturalmente c’è il Csmt, l’hub di innovazione tecnologico diretto da Riccardo Trichilo, ideale collegamento con l’Università di Brescia.

La nuova società sarà quindi in grado di offrire un’ampia gamma di servizi e tecnologie, lo farà «crescendo anche attraverso il coinvolgimento di altri partner, aziende ed istituzioni accademiche del territorio». Il mandato è creare partnership al fine di «co-reare» soluzioni di servizi, dare vita a spin-off, condividere know how, supportare startup e clienti.

Il mercato

Per Venturelli le potenzialità nel mondo sono enormi: «Si tratta di un mercato che per Brescia potrebbe valere oltre 100 milioni e noi abbiamo le competenze per poterlo aggredire - spiega -. Se pensiamo ai software pensiamo alla Silicon Valley, in futuro quando si guarderà al medicale vorremmo si pensasse a Brescia».

Innovazione, competenze, territorio: sono le parole chiave citate dal direttore Trichilo per descrivere l’iniziativa. «La società partirà con attrezzature d’avanguardia, 40 macchine "ex Invatec", perfettamente funzionanti, donate al Csmt dallo stesso Venturelli con lo specifico scopo di creare laboratori di ricerca e fornire alle società che operano sul territorio, e non solo, attrezzature innovative per lo sviluppo di medical device. Quello di MedInBrix è un approccio "global": si parte da Brescia, aggregando competenze, ma con obiettivi internazionali».

Cristian Fracassi pone invece l’accento sul territorio e sul «fare rete per fare crescere le aziende bresciane». «Mi ha hanno più volte proposto di trasferirmi negli States, ma ho preferito restare a Brescia - spiega il fondatore di Isinnova -. La mia speranza è che fra qualche anno il territorio di Brescia diventi più attrattivo della California per un giovane, italiano o straniero».

A guidare MedInBrix sarà l’ad Martin Schachenmayr, imprenditore che qualche anno fa ha venduto ad una multinazionale l’azienda tedesca che operava nel medicale: «Perché ho aderito a questo progetto? Perché a Brescia c’è una quantità enorme di talento e di tecnologia. Un patrimonio che deve essere messo in rete. Il mercato richiede questa eccellenza, dobbiamo solo creare le condizioni perché le aziende possano collaborare tra loro».

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