Economia

Alfa Acciai incalza Federacciai: «Su energia e rottame premere l’Europa»

A dirlo è Amato Stabiumi, amministratore delegato del gruppo: nel 2023 ricavi -31% ma la produzione resta in linea con il 2022. Utile netto di 9 milioni
Rottame per la siderurgia all'interno di Alfa Acciai - © www.giornaledibrescia.it
Rottame per la siderurgia all'interno di Alfa Acciai - © www.giornaledibrescia.it
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La siderurgia è industria energivora per definizione. Ma in Italia questo comparto detiene un primato che lo rende unico al mondo: oltre l’80% dell’acciaio viene prodotto da forni elettrici. Siamo campioni mondiali di decarbonizzazione, poichè la produzione di una tonnellata d’acciaio da forno elettrico genera 10-12 volte meno CO2 rispetto a quella fatta con altiforni a base di carbone.

I nodi energia e rottame

All’interno di questo scenario di vantaggio competitivo, la siderurgia italiana attraversa un periodo di sofferenza anche perchè paga l’energia elettrica molto più cara dei concorrenti stranieri. «Il costo è cinque volte superiore a quello dei francesi ed il doppio di quello dei tedeschi - commenta Amato Stabiumi, amministratore delegato del Gruppo Alfa Acciai -. È urgente portare l’Unione Europea all’introduzione di un prezzo unico dell’energia». Il tema non è questione di lana caprina: l’energia è un fattore produttivo che può incidere tra il 33% ed il 38% sul costo finale dei prodotti siderurgici ed Alfa Acciai si trova a competere in un mercato con francesi, spagnoli e tedeschi che pagano l’elettricità molto meno.

«Non è l’unico problema - spiega ancora Stabiumi -. È necessario emanare una procedura di divieto all’esportazione del rottame, nostra materia prima principale, al di fuori dei confini europei». E ancora: «Si tratta di due obiettivi assolutamente necessari ad assicurare il futuro della nostra elettrosiderurgia e che la nostra associazione Federacciai deve raggiungere».

I numeri

Questi nodi hanno in parte influenzato l’esercizio 2023 di Siderurgica Investimenti, holding delle famiglie Lonati e Stabiumi, che controlla il Gruppo Alfa Acciai, leader sul mercato italiano del tondo per cemento armato. Il bilancio - ricordiamo - consolida i risultati di Alfa Acciai, Alfa Derivati, Acciaierie di Sicilia, Tecnofil e Ferro Berica. Nel 2023 i ricavi consolidati sono diminuiti del 31% (-490 milioni di euro rispetto al 2022), attestandosi a 1.105,9 milioni. La produzione di acciaio è stata sostanzialmente in linea con il 2022, pari a 1,5 milioni di tonnellate. Il gruppo ha proseguito anche nel 2023 il proprio piano di investimenti che si sono attestati a 55 milioni di euro, +19% sul 2022.

Amato Stabiumi, amministratore delegato del Gruppo Alfa Acciai
Amato Stabiumi, amministratore delegato del Gruppo Alfa Acciai

L’Ebitda si è attestato a 26,2 milioni, mentre il risultato operativo si è chiuso intorno al pareggio, per un valore pari ad 1 milione, dopo ammortamenti per 25 milioni. L’esercizio si è chiuso con un utile netto consolidato di 9,1 milioni (che non può certo essere paragonato all’utile record di 177 milioni dell’esercizio precedente) grazie anche al risultato della gestione finanziaria positivo per 3,8 milioni.

L’andamento

Nel corso del 2023 il mercato siderurgico nazionale ha continuato il trend di rallentamento avviatosi nell'ultimo trimestre del 2022 - spiega la società -, evidenziando un più accentuato squilibrio tra domanda e offerta. Dopo un 2022 che aveva vissuto l’inizio del conflitto russo/ucraino ed aveva dato vita ad una forte instabilità sul mercato delle commodities energetiche con conseguente forte aumento dei costi delle materie prime, si è assistito ad un 2023 di forte riduzione.

Se però nel 2022 l’andamento del prezzo dei prodotti finiti era riuscito a compensare tali aumenti e quindi a mantenere una significativa marginalità, la forte pressione competitiva nel 2023 ha generato una riduzione dei prezzi del mercato dell’acciaio ben superiore al calo dei costi.

Il gruppo si conferma solido, con un patrimonio netto pari a 554 milioni, in riduzione rispetto al 2022 nonostante il risultato positivo dell'esercizio (ciò per effetto dell'aggiornamento del fair value - spiega la società - legato ad un'operazione di copertura dell'oscillazione del prezzo dell'energia elettrica), accanto ad una posizione finanziaria netta positiva per 63,4 milioni, migliorata di 34 milioni rispetto al 2022.

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