Economia

Addio a Pietro Caggioli, storico presidente della Valsabbina>

Si è spento a 84 anni. Ha retto la banca popolare della Valle Sabbia per 45 anni. Brillante medico, ha conservato l'autonomia dell'istituto di credito
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Aveva presieduto la sua ultima assemblea solo pochi mesi fa. Dopo 45 anni spesi al vertice della Banca Valsabbina, il 27 marzo scorso Pietro Caggioli si congedava, assumendo la presidenza onoraria dell'unica banca popolare con sede nel Bresciano.

La notizia dell'inaspettata scomparsa del professor Pietro Caggioli ha suscitato grande commozione in tutta la provincia e in particolare in Valsabbia, dove il professore era nato 84 anni fa il 3 febbraio 1926.

Nella primavera del 1965 Caggioli aveva raccolto il testimone della presidenza dall'avvocato Angelo Dossena, figura di spicco dell'élite vestonese dell'epoca, che a sua volta era succeduto al padre di Pietro, il commendatore Domenico Caggioli, che aveva retto le sorti dell'istituto di credito ininterrottamente per trent'anni, dal 1934 al 1964.

Quando Pietro Caggioli assunse la massima carica, la Valsabbina aveva solamente 4 sportelli: la sede di Vestone e le filiali di Agnosine, Casto e Odolo, e poteva contare su 497 soci. Sotto la sua guida la banca è cresciuta fino disporre, oggi, di una rete di 54 agenzie, dislocate nella provincia di Brescia e in quella di Trento, e annoverare oltre 28mila soci.

Nei primi anni della sua presidenza, Caggioli ha accompagnato e sostenuto lo sviluppo economico e sociale della Valsabbia. La banca di Caggioli fu particolarmente vicina al settore siderurgico e a quello meccanico che, sul finire degli anni Sessanta, stavano guidando il rilancio economico della valle. Nel 1973, per aprire nuovi sbocchi all'imprenditoria locale, decise di inaugurare il primo sportello oltre la valle: a Marcheno.

Lungo gli anni della sua presidenza, Caggioli ha puntato a uno sviluppo graduale dell'istituto, declinando in ogni occasione gli inviti a vendere o fondere l'istituto.

Caggioli era nato 84 anni fa, in Valle Sabbia. Seguendo l'esempio paterno si era avvicinato alla professione medica laureandosi all'Università di Pavia. Nel 1952 ottenne, presso l'ateneo di Bologna, la specializzazione in radiologia medica che gli consentì di intraprende una brillante carriera, dapprima agli Spedali Civili di Brescia, dove prestò la sua opera per circa 20 anni, e poi all'Ospedale dei Bambini, dove per ulteriori 20 anni ricoprì l'incarico di primario.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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