A2A, +27% in tre mesi: il risultato netto è di 136 milioni

A2A compie tre balzi di oltre venti punti percentuali. Nei primi tre mesi dell’anno la multiutility controllata dai Comuni di Brescia e Milano registra un crescita dei ricavi (+27%), del Margine operativo lordo (+21%) e dell’utile netto (+21%). «Risultati che hanno sorpreso anche me», ammette l’amministratore delegato Renato Mazzoncini, inesorabilmente soddisfatto, durante la conference call con i giornalisti.
Sono tre i fattori che secondo il top manager bresciano hanno condizionato favorevolmente i conti di A2A nel primo trimestre dell’anno. Uno scenario europeo estremamente positivo nei settori dell’economia circolare e della transizione energetica.
Gli asset di valore del gruppo. Il «commitment» (l’impegno, ndr) del personale nel perseguire gli obiettivi del nuovo piano industriale.
Il punto. A2A ha chiuso il primo trimestre dell’anno con ricavi per 2,17 miliardi di euro, in crescita del 27,4% sullo stesso periodo rispetto del 2020; un margine operativo lordo salito del 20,5% a 399 milioni, grazie ad una significativa crescita organica e alle operazioni M&A, e un utile netto in aumento del 21,4% a 136 milioni. Gli investimenti, si legge in nella nota sui risultati al 31 marzo, sono cresciuti del 26% a 155 milioni, mentre l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 3,47 miliardi, invariata rispetto al 31 dicembre 2020. Un trend attribuibile peraltro alle «dinamiche di prezzi e quantità in crescita, all’«ottima performance di tutte le business unit del gruppo», all’«apporto del consolidamento di Aeb» a partire dallo scorso novembre e all’«avvio del piano strategico 2021-2030», approvato a gennaio. A parità di perimetro, al netto dell'apporto di Aeb, l’incremento del margine operativo lordo si riduce da 68 a 50 milioni di euro, mentre allaumento degli investimenti ha contribuito anche l’acquisizione, a marzo, di 17 nuovi impianti fotovoltaici. Le attese sul 2021 sono «buone» con un ebitda (margine operativo lordo) atteso «in crescita» sul 2020 e «compreso tra 1.230 e 1.250 milioni».
Lo scenario. «L’emergenza sanitaria Covid 19 - spiega una nota della società - non ha avuto, nel primo trimestre 2021, impatti rilevanti sulla operatività della società né si hanno, allo stato attuale, segnali che possano far ritenere probabili scenari macroeconomici significativamente differenti dal primo trimestre. La forte generazione di cassa operativa - aggiungono dal quartier generale di A2A - sarà utilizzata per finanziare investimenti attesi a livello record (oltre 1 miliardo) in linea con le previsioni del piano strategico 2021-2030».
Procedura Erg. Durante la conference call con i giornalisti, Mazzoncini ha confermato l’interesse per le centrali idroelettriche e a gas messe in vendita da Erg, con una decisa predilezione per le prime. «Stiamo partecipando alla procedura di Erg, siamo in una fase preliminare, una fase non binding con informazioni limitate e quindi è presto per confermare l’interesse, però confermiamo che siamo della partita», ha dichiarato l’a.d. di A2A. Mazzoncini ha spiegato che l’advisor di Erg, Rothschild, sta gestendo l’asta competitiva come «due gare separate», una sugli asset idroelettrici e l’altro sull’unico impianto a gas in vendita, in Sicilia. «Si può offrire o per l’uno o per l’altro, noi abbiamo molto più interesse per l’idro che non per il termo su cui siamo già ben coperti. Tra l’altro abbiamo lì vicino la nostra centrale di San Filippo del Melo» Mazzoncini ha stimato in «qualche mese» la tempistica della gara. «Si parla di impianti estremamente complicati, circa 500 megawatt divisi in almeno 7 impianti, se non sbaglio - ha puntualizzato il manager - . Non è una procedura che può chiudersi in poche settimane perché bisogna dare tempo ai partecipanti di analizzarli». Benché «più interessati alla generazione rinnovabile» che non a quella termica, Mazzoncini non ha escluso la possibilità di correre per l’intero pacchetto. Su questo, non si è sbilanciato, «dobbiamo ancora decidere».EB
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