Da Vinci 4.0

Il «Pota» stampato in 3D che strizza l’occhio ai social network

Gli Arditi 2 e la scelta di declinare il tema della sfida attraverso un’opera artistica
Da Vinci 4.0 - Il progetto del team Arditi 2
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Sempre dal liceo scientifico Don Bosco di Brescia proviene la squadra degli Arditi 2, composta da Anna Massardi, Lucia Biasotto, Stefano Casali, Cecilia Valtulini e Matteo Massussi e guidata anch’essa dal coordinatore didattico don Marco Begato.

Di carattere strettamente artistico il progetto di questa squadra, che ha scelto di approcciarsi alla sfida creando un’opera d’arte in grado di sensibilizzare sul tema ambientale. «Pota», questo il nome evocativo scelto dai giovani, è infatti un’installazione che ha lo scopo di richiamare l’attenzione sul tema del riciclo. Il suo prototipo in scala ridotta presentato martedì mattina al «Mostra e Dimostra» è stato creato dagli Arditi 2 con il programma di modellazione 3D Tinkercad e con una stampante 3D a filamento messa a disposizione dalla scuola.

«Pota è un tipico intercalare bresciano - spiegano gli studenti -, usato anche come scusa per non iniziare a riciclare. Per questo nella nostra opera d’arte la scritta Pota, realizzata con una struttura in fil di ferro riempita di rifiuti di ogni tipo, come carte di caramelle, ritagli di stoffa, pezzi di plastica e tappi di bottiglie di vetro, schiaccia l’omino che la sostiene». La sottovalutazione del problema dell’inquinamento ha come conseguenza «l’aumento esponenziale dello stesso -- aggiungono i giovani -. E il messaggio è che non esistono scuse per non iniziare a riciclare».

E concludono: «Attaccato al collo dell’omino c’è un qr code che rimanda al nostro profilo Instagram, dove abbiamo pubblicato diverse soluzioni che altrettante persone provenienti da tutto il mondo hanno elaborato per contrastare alcuni problemi legati all’inquinamento. Periodicamente pubblicheremo aggiornamenti sul nostro progetto e sullo stato dell’inquinamento nel mondo».

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