Da Vinci 4.0

Da Vinci 4.0 sempre più senza confini con le scuole della quarta edizione

Stasera stop alle adesioni: partecipano sette istituti e 70 studenti in attesa delle ultime iscrizioni
All'hackathon alla Ori Martin trionfò uno dei team del «Cerebotani» di Lonato - © www.giornaledibrescia.it
All'hackathon alla Ori Martin trionfò uno dei team del «Cerebotani» di Lonato - © www.giornaledibrescia.it
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I giochi sono (quasi) fatti. Stasera infatti si chiuderanno le iscrizioni alla quarta edizione di Da Vinci 4.0, progetto ideato dal Giornale di Brescia e organizzato insieme a The FabLab e Talent Garden. Ma in attesa delle ultime adesioni già si può dire che questo nuovo capitolo del percorso di digitalizzazione rivolto agli studenti delle scuole bresciane è sempre più senza confini.

Sono infatti già sette gli istituti che hanno deciso di partecipare, con quasi 70 studenti pronti a mettersi alla prova con la tecnologia. A ieri sera risultavano iscritti gli istituti tecnici «Tassara-Ghisalndi» di Breno, «Primo Levi» di Lumezzane e «Don Bosco» di Brescia, il quale conta al suo interno pure un liceo scientifico. Sul fronte licei perciò spazio anche al «Guido Carli» e al «Luzzago» (entrambi di Brescia), mentre per quanto riguardo i centri formazione professionale risultano iscritti il «Vantini» di Rezzato e l’Accademia Symposium di Rodengo Saiano. Per tutti loro, e per coloro che si aggiungeranno nelle ultime ore, la strada è già tracciata, con vista all’hackathon di maggio.

Massimo Temporelli e Giulia de Martini - © www.giornaledibrescia.it
Massimo Temporelli e Giulia de Martini - © www.giornaledibrescia.it

I quasi 70 ragazzi, divisi in squadre (massimo tre per ciascuna scuola) di minimo tre ragazzi saranno infatti chiamati a confrontarsi sul tema dell’acqua, declinata sotto due diversi aspetti. Nel corso della gara di progettazione finale si potrà infatti scegliere di affrontare la tematica idrica, in chiave di tutela e valorizzazione, o da un punto di vista più tecnologico o maggiormente artistico ed espressivo.

Nel primo caso i giovani saranno infatti chiamati a ideare e realizzare il prototipo di un dispositivo hardware e/o software, basato su tecnologie quali per esempio IoT, AI, robotica, digital manufacturing o blockchain, in grado di generare innovazione e che abbia un impatto concreto sulle sfide e le opportunità legate all’acqua. Nel secondo invece i team dovranno riuscire a trasmettere emozioni e di mettere in connessione gli esseri umani attraverso un’opera d’arte, sempre però facendo affidamento sulle potenzialità della tecnologia.

Un ponte

Un approccio, associato alle fasi precedenti poggiate sulla metodologia del design thinking, che non solo nelle passate edizioni ha riscosso successo tra i ragazzi ma ha permesso di sfornare progetti di altissimo livello. Non è un caso infatti che il novero delle realtà produttive che hanno voluto supportare fattivamente il progetto si sia andato ampliando di edizione in edizione.

Alla quarta edizione hanno voluto portare il proprio sostegno Banca Valsabbina, Confindustria Brescia, Edison, Ori Martin, Giustacchini, e Carriere.it, realtà attivamente scese in campo per promuovere la consapevolezza digitale tra i più giovani e per creare un metaforico ma al contempo concreto ponte tra il mondo del lavoro e quello della formazione, bisogno quanto mai stringente per il tessuto produttivo

Responsabilità

La collaborazione sarà fondamentale per poter realizzare il progetto dell’hackathon - © www.giornaledibrescia.it
La collaborazione sarà fondamentale per poter realizzare il progetto dell’hackathon - © www.giornaledibrescia.it

Tra le peculiarità di Da Vinci 4.0 c’è infatti proprio quella di mettere i giovani davanti a sfide concrete, di porli dinanzi a problemi ai quali sono chiamati a rispondere con le loro sole forze. Un po’ un anticipo di quello che accadrà quando si affacceranno al lavoro, dove il lavoro in squadra e la programmazione, lo studio e la concentrazione sono elementi imprescindibile per il successo.

Il termine più appropriato per definire Da Vinci 4.0 è perciò quello di «percorso», una strada che si interseca con diverse altre direttrici (tecnologia, ambiente, economia, lavoro, arte, storia, socialità). E se negli anni a venire anche solo qualcuno degli ex partecipanti si renderà conto di essersi portato a casa qualcosa da questa esperienza, si potrà dire che il progetto è stato un successo.

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