Cultura

Vinicio Capossela: «Trasformiamo i limiti in possibilità»

Oggi e domani al Teatro Grande il tour «Con i tasti che ci abbiamo». Nella band anche i bresciani «Asso» e Daniela Savoldi
Vinicio Capossela con la sua band - Foto Michele Piazza © www.giornaledibrescia.it
Vinicio Capossela con la sua band - Foto Michele Piazza © www.giornaledibrescia.it
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Un doppio Capossela, impegnato e «targato Tenco», approda al Teatro Grande, con preziosi supporti bresciani nella band. È un appuntamento da non perdere quello che il Cipiesse organizza al Massimo cittadino nelle giornate di oggi e domani (rispettivamente giovedì 16 e venerdì 17 novembre, con inizio alle 21; biglietti da 30 a 65 euro; info su www.cipiesse-bs.it).

Il cantastorie nato ad Hannover da genitori irpini, ma cresciuto in Emilia, porterà in scena «Con i tasti che ci abbiamo - Tredici Canzoni Urgenti», live incentrato sull’ellepì «Tredici Canzoni Urgenti», il dodicesimo in studio di una carriera avviata nel 1990 e, appunto, vincitore della Targa Tenco per il Miglior album 2023.

Il live

Lo spettacolo è un viaggio in musica, nel quale l’artista prende per mano il pubblico guidandolo attraverso le tracce del suo ultimo lavoro, che sviscera tematiche sociali e di stretta attualità come forse mai prima, per un’esecuzione che si completa - nella seconda parte - con alcuni classici del repertorio del cantautore (e talvolta con accenni mirati di cover, nonché ospiti a sorpresa). Ad accompagnare Vinicio sul palco sono Andrea Lamacchia al contrabbasso, Piero Perelli alla batteria, i bresciani Alessandro «Asso» Stefana alla chitarra e Daniela Savoldi al violoncello, Raffaele Tiseo al violino, Michele Vignali al sax.

«Politica civile»

Capossela stesso ha definito così il mood del live: «Come diceva Benjamin: "Quando la politica diventa spettacolo - spesso incivile - allora lo spettacolo deve diventare politica civile". Allo stesso tempo, il concerto ha che fare con la sospensione dell’incredulità, quindi col mondo dell’immaginazione, perché l’immaginazione è la nostra grande opportunità di trasformare i limiti in possibilità. Abbiamo chiamato questa serie di concerti "Con i tasti che ci abbiamo", perché quando mancano dei tasti dal pianoforte bisogna cercare melodie con quelli rimasti. Il nostro concerto è un invito a fare con quello che si ha, a rendere i limiti una possibilità, e soprattutto a non avere paura di sbagliare».

L’inizio su un divano

L’urgenza su cui è costruito l’impianto musicale e scenico dello spettacolo (in cui la scenografia è dominata da una grande luna gonfiabile che rimanda alla luna «poetica» evocata da Ariosto) è quella di provare a ritessere in chiave comunitaria «le fila di una socialità condivisa, risposta all’atomizzazione, all’individualizzazione del nostro vivere sociale». Chiosa Capossela: «Lo spettacolo inizia da un divano, quello su cui ci siamo un po’ tutti seduti, che è una sorta di totem della nostra condizione. Da lì ci rialziamo e affrontiamo una lunga carrellata di canzoni che hanno a che fare con diverse urgenze, a partire da quelle che abbiamo dentro, perché spesso il nemico lo si pensa sempre fuori, ma invece il nemico, le cose sbagliate, le conseguenze della nostra cattiva educazione sono dentro di noi».

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