Valentina Ghetti spopola sui social: dall’insegnamento al primo romanzo

Valentina Ghetti, 27 anni, nata e cresciuta in Valle Camonica, ha scelto di mettersi «in pausa» dall’insegnamento per fare la booktoker e la scrittrice. Laureata nel 2020 in Filologia Moderna all’Università Cattolica di Milano, Valentina ha iniziato a creare contenuti su TikTok dedicati alla comunicazione dei libri «un po’ per scherzo e un po’ per noia», diventando presto una figura di riferimento per la promozione della lettura sui social network. Con più di 250 mila follower, oggi è richiestissima dalle case editrici - Mondadori, HarperCollins Italia, Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, Neri Pozza - gestisce gruppi di lettura e ha appena pubblicato un romanzo edito da Mondadori, «Aura».
Valentina collabora anche la Biblioteca UAU di via Milano dove oggi, alle 16, terrà il gruppo di lettura «Brave new worlds - edizione terra» dedicato alla scoperta delle letterature «altre»: luoghi, storie, generi e stili da tutto il mondo. Dopo la Costa Rica, la Corea del Sud, il Giappone, l’appuntamento odierno è dedicato all’Islanda, a partire dalla lettura dell’«Atlante leggendario delle strade d’Islanda» a cura di Jón R. Hjálmarsson (Iperborea).
Valentina, quando la creazione di contenuti su TikTok è diventata un vero e proprio lavoro?
«Sono sempre stata una fan del mondo di Booktube e di Bookinstagram, avevo piccoli profili ma nulla di eclatante. Appena dopo la prima ondata di Covid non avevo nulla da fare, avevo finito gli esami, stavo per laurearmi e così mi sono messa a fare qualche contenuto per puro divertimento su TikTok. Nel giro di una settimana avevo raggiunto mille follower. Da lì ho capito che valeva la pena investire un po’ di più sul profilo e ho cominciato a pubblicare sempre più spesso. Le case editrici hanno iniziato a mostrare sempre più interesse per i miei contenuti. L’anno scorso le collaborazioni sono cresciute al punto che ho dovuto mettere da parte l’insegnamento: facevo la professoressa di italiano, storia e geografia alle medie».
E l’idea di scrivere un romanzo come è nata?
«Mi sono detta: o lo faccio adesso o non lo faccio più. Ho mandato le prime pagine a Mondadori e la mia proposta è piaciuta molto. La storia racconta l’arrivo dei romani in Valle Camonica, ma i romani in valle non hanno lasciato particolari testimonianze storiografiche quindi possiamo definire “Aura” un libro di narrativa contemporanea con ambientazione storica».
«Aura». Perché questo titolo?
«Significa brezza. Il sottotitolo è “Vento di fuoco” perché c’è tanto fuoco nel romanzo, la storia si porta dietro come un odore costante di bruciato, di fumo. Giulia, la protagonista, è un personaggio libero, libera come l’aria. Il passato di Giulia è una somma di scelte sbagliate. La scelta di suo padre di allearsi con Marco Antonio contro l’imperatore Augusto ha portato la sua famiglia ad essere cacciata da Roma ed esiliata a Brixia, circondata dai barbari della Gallia Cisalpina. La storia di Giulia si intreccia con quella di Jarl, un giovane camuno in cerca di vendetta contro chi ha incenerito il suo villaggio, che solleva un esercito per contrastare l’avanzata dei romani in Valle Camonica. Giulia ha bisogno di scappare dal suo esilio a Brixia e tornare a casa».
Da dove nasce questa storia?
«La storia di Giulia è nata nel 2018: facevo la volontaria al parco delle incisioni rupestri di Seradina. Mi ero appena trasferita a Milano, e non mi sentivo al mio posto né lì né in Valle Camonica. Questa idea dell’esilio di Giulia è arrivata da questa condizione che ho vissuto, quando, appunto, non mi sentivo al mio posto in nessun luogo e dovevo mettere radici in me stessa per apprezzare dove mi trovavo».
Ora si sente al suo posto?
«Assolutamente sì. Ogni lavoro porta con sé delle difficoltà, ma ora sto facendo veramente quello che ho sempre sognato».
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