Una festa lunga cinquant'anni per il trionfo annunciato dei Pooh
Fallire era impossibile. Cinquanta candeline da spegnere sono troppe perché qualcosa possa rovinare la festa dei Pooh. Orsacchiotti senza artigli ma con unghie e voci ben smussate, tese a rapire dal primo accordo una platea adorante, ancora oggi, dopo mezzo secolo, per nulla stanca di Roby, Red, Dodi e dei «riarruolati» Stefano e Riccardo. Cinque Pooh in una volta sola, per un’abbuffata di canzoni che per moltissimi sono colonna sonora di una vita. Da gustare in quasi tre ore di cavalcata senza respiro.
Sono da poco passate le 21 quando le luci si spengono e comincia il countdown, da 1 a 50, preludio all’esplosione di «Giorni Infiniti», seguita dal rock di «Rotolando Respirando».
Fin dalle prime battute non c’è nessuna voglia di risparmiarsi. «Dammi solo un minuto» scatena le prime ovazioni, poi su «Banda nel vento» anche Riccardo Fogli guadagna il palco. È il momento del revival:spuntano un basso Hofner e una Gibson Les Paul, per ricordare i tempi del beat, quando la pulsante «Keep on Running» diventava «Vieni fuori».
E stasera si replica, sempre alla Fiera di via Caprera.
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