Cultura

Tra il Castello e il vigneto Pusterla inaugura l’installazione Fondamenta del futuro

L'opera degli architetti Stevan Tesic e Milena Veljkovic ricorda un ponte levatoio simile a quelli che punteggiavano la Strada del Soccorso
  • L'installazione  Fondamenta del futuro nel vigneto Pusterla
    L'installazione Fondamenta del futuro nel vigneto Pusterla
  • L'installazione  Fondamenta del futuro nel vigneto Pusterla
    L'installazione Fondamenta del futuro nel vigneto Pusterla
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    L'installazione Fondamenta del futuro nel vigneto Pusterla
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Un po’ scultura, un po’ macchina scenica, baluardo che getta la propria ombra sulle mura settentrionali del Castello, e ponte levatoio simile a quelli che punteggiavano la Strada del Soccorso, lì a poche decine di metri. Memoria visiva delle «briccole» veneziane, i pali conficcati nel terreno sotto la laguna a tracciare le strade d’acqua o a sostenere edifici monumentali, simbolo delle origini della città moderna e della capacità di resilienza che ha mostrato nei secoli. C’è un po’ tutto questo nell’installazione _Fondamenta del futuro_ degli architetti Stevan Tesic e Milena Veljkovic inaugurata giovedì sul pianoro alto del vigneto Pusterla, dove resterà fino a novembre.

Mecenatismo

Gli autori l’avevano presentata lo scorso anno alla Venice Design Week;ora la struttura in acciaio e marmo di Botticino arriva in città, su iniziativa degli Amici del Cidneo che hanno coinvolto l’azienda vitivinicola Monte Rossa proprietaria del vigneto, e con il supporto di Emc Colosio, mecenate dell’intero progetto, Linearstone, Mis e Cavatori Botticino. Dall’alto del vigneto, il monumento domina e connota il sistema delle sottomura, qui impostate direttamente sulla collina di medolo. Visibile dalla strada sottostante e dal sentiero che lungo la Montagnola conduce alla Strada del Soccorso, con la sua struttura arcaica e contemporanea al tempo stesso getta un ponte tra passato e futuro.

Oscillando al vento

Immerso nella natura/coltura di uva Invernenga, inserendosi nella struttura geometrica dei filari, oscillerà al vento, trattenuto e governato da un sistema di corde che connettono anche visivamente la struttura principale alla sagoma più piccola collocata a fianco. Una sentinella? Un ormeggio? Un ragazzino che tiene un aquilone? «Un gesto di umana precarietà, un rapporto vitale» commenta l’architetto Tesic, che legge nella traslazione dell’opera da Venezia alla terraferma il rinnovarsi di una rete di simboli e riferimenti. «Portiamo le fondamenta fuori dall’acqua, le installiamo sotto le mura veneziane, sulle quali le facciamo vivere con la proiezione fuori scala dell’ombra. Giochiamo sul rapporto tra origini e identità, un flusso alternato che quest’opera oscillante, in bilico tra passato e futuro aiuta a comprendere nel momento presente».

Nel vigneto

L’installazione, in un luogo iconico della città («il Castello, uno spazio da valorizzare in tutte le sue componenti» per Giovanni Brondi, presidente degli Amici del Cidneo; esempio di «città natura» e di «città che guarda al futuro»per la sindaca facente funzione Laura Castelletti) punta a rivitalizzare il «vigneto urbano più grande d’Europa» (documentato qui fin dall’XI secolo) con i suoi quasi quattro ettari coltivati a Invernenga, favorito dalla terra calcarea e dai venti da nord. Un «gioiello da condividere - nelle intenzioni del patron di Monte Rossa, Emanuele Rabotti - anche attraverso l’arte». A breve l’installazione luminosa di Massimo Uberti «Expect More» per la Via delle Sorelle, poi l’11 maggio la passeggiata per gli studenti bresciani, e il 28 il picnic benefico di Croce Bianca.

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