Cultura

Su Biesse il Capitolium, cuore ritrovato della Brescia operosa

La Redazione Web
Da martedì con il GdB il nuovo numero della rivista pubblicata da Fondazione Negri, con le fotografie storiche della città e della provincia
La copertina del nuovo Biesse
La copertina del nuovo Biesse
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Capitolium in primo piano sul nuovo numero della rivista Biesse, il periodico bimestrale edito da Fondazione Negri e dedicato alla storia della provincia bresciana. Il fascicolo sarà in edicola da martedì 9 settembre in abbinamento col Giornale di Brescia, a 8 euro più il prezzo del quotidiano.

Brescia ieri e oggi

Riflettori accesi sul parco archeologico Brixia, quindi (uno dei più estesi di ambito urbano) che si distingue per l’importanza dei siti che racchiude, per l’elevato grado di conservazione con il quale sono giunti a noi e per la complessità e lo stretto legame con gli edifici moderni che, nei secoli, si sono sovrapposti. Luogo di nascita della tradizione archeologica e museale bresciana, da quando al suo interno nel 1830 fu istituito e allestito il Museo patrio, poi Museo Romano.

Il periodico è giunto alla sua trentesima uscita, sempre accompagnato dallo straordinario apparato di immagini della Fondazione Negri. «Ancora una volta – scrivono nell’editoriale l’editore Mauro Negri e il direttore Marcello Zane – si tratta di un viaggio nella realtà bresciana di ieri e di oggi – il confronto è sempre stimolante e curioso – vista dai punti più diversi: luoghi, eventi, personaggi, oggetti, palazzi e chiese, piazze e fiumi. Persino alcune pagine che, a prima vista, possono apparire legate a marginalità delle vicende bresciane novecentesche, in realtà si rivelano significative».

Sui due laghi

Iseo
Iseo

Pagina dopo pagina, vengono esplorati suggestivi luoghi e scorci di una «provincia dinamica». «Un leone (d’oro) per Iseo» evoca l’elegante edificio dell’albergo (fra i più antichi) che si affaccia sul Porto Gabriele Rosa, mentre sul Garda siamo catapultati ai primi anni del ’900, nel porto di Gargnano affollato per l’attracco del battello Italia. Sono ripercorse origine e vicissitudini del Rifugio Brescia (oggi Maria e Franco); la tradizione del ferro, la costruzione della centrale idroelettrica nel 1921 e la spada nella pala secentesca dell’altare maggiore di San Michele, raccontano le peculiarità di Brozzo e del territorio di Marcheno; Edolo, infine, risalta quale «capitale dell’Alta Valle».

Il personaggio al centro di questo numero è papa Paolo VI: in occasione degli 80 anni del Giornale di Brescia, torna la rubrica che racconta gli avvenimenti che hanno segnato la storia della città attingendo direttamente agli articoli d’epoca pubblicati sul nostro quotidiano. In questo caso, sulle pagine del 22 giugno 1963 è ricordata l’elezione del pontefice bresciano, Giovanni Battista Montini, salutata da «una lunga interminabile ovazione; oltre centomila persone si trovavano in piazza San Pietro».

Papa Paolo VI
Papa Paolo VI

La città che cambia

Il confronto tra «ieri e oggi» è dedicato a via Galileo Galilei (realizzata nel 1902 con il nome di via Nuovo Canale, poiché copriva il tratto del nuovo acquedotto municipale inaugurato quell’anno, all’incrocio con via Biseo) con una splendida fotografia scattata negli anni Venti del ’900. La «città che cambia» si snoda in una carrellata di sequenze fotografiche e di reportage del passato, a cominciare dalla copertura del Garza deliberata, dopo lunghe discussioni e polemiche, soltanto nel settembre 1926 dal podestà Pietro Calzoni. Non poteva mancare, nella prospettiva considerata, la nascita del teatro Sociale, aperto al pubblico nel 1905 con «una graduale virata verso il cabaret e le operette», sino all’abbandono e alla chiusura nel 1981, e il ritorno nel 2000 grazie ad un attento restauro.

Provincia operosa

Lo sguardo si focalizza quindi sulla Brescia industriale, come illustrato nella narrazione della Ditta Brusaferri poi Manifatture Tessili Luigi Rossi & C., fabbrica di Concesio fondata ancor prima dell’Unità d’Italia, a preannunciare quella rivoluzione industriale di cui, come si legge sempre nel fascicolo, anche la cura per il design degli apparecchi radiofonici è emblema; fa da contraltare la turbolenta stagione intorno al ’68, con «scioperi per e scioperi contro». Altro ancora è da scoprire nello scrigno di testimonianze, ricordi, cronaca e storia che anche in questa nuova bella edizione di Biesse ci porta nel cuore della nostra terra.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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