Cultura

«Spifferi» di brescianità per divertire e incuriosire: il libro di quiz di Roberto Capo

Dopo «Chél chi chèl lé», fortunata serie sul web, l’attore torna con un libro di quiz
L'attore e autore Roberto Capo © www.giornaledibrescia.it
L'attore e autore Roberto Capo © www.giornaledibrescia.it
AA

Da cantore - anche sul web e in tv - della brescianità ad allegro «archeologo» della saggezza popolare, sempre nel segno del sorriso. L’attore e autore Roberto Capo ha concepito un divertente libro di quiz «per giocare e scoprire la bellezza di Brescia» con 250 domande. Il titolo è un programma: «Spifferi bresciani», concetto che ammicca alla fortunata webserie «Chél chi chèl lé», co-firmata con il regista Enrico Fappani (ad oggi 108 puntate, sull’omonimo canale YouTube, che veleggia verso il mezzo milione di visualizzazioni).

«Con “spiffero” abbiamo sempre inteso indicare qualcosa da disvelare: aneddoti, curiosità, tradizioni, storia, tutto quello che si può far passare aprendo la porta della curiosità», confida «Robi» con il suo caratteristico tono da elegante affabulatore pronto a dispensare buonumore e «cultura con la “c” non troppo maiuscola», come definisce il suo approccio «non accademico».

Presto in libreria per Edizioni We, la raccolta è già disponibile su Amazon e verrà presentata a Brescia il 29 novembre prossimo alle 18 a Palazzo Martinengo delle Palle (via San Martino della Battaglia 18).

Roberto, come è nata l’idea della pubblicazione?

Mentre guardavo i libri di quiz sugli scaffali del supermercato, ho immaginato amici e familiari sfidarsi gioviali, magari dopo uno spiedo in compagnia, sulle tipicità di Brescia, la storia popolare, i detti e anche lo sport. Per scoprire, ad esempio, cosa siano le «mariconde» o lo spauracchio de «’L-òm dè la Pustèrla».

Com’è strutturato il libro?

Mi piace pensarlo come una «guida disordinata», senza ordine tematico, che offre tasselli di sapere. Ma prima interroga: la risposta esatta si nasconde tra altre, sbagliate ma credibili (idearle è stata la parte più impegnativa del lavoro). A corredo quattro illustrazioni di artisti bresciani: le X Giornate (Paola Longhi), San Faustino in Riposo (Raffaele Spiazzi, già direttore medico dell’Ospedale dei Bambini), il Capitolium (Giada Crispiels) e la Vittoria Alata (Miriam Camossi).

La prefazione è di Emilio Del Bono, già sindaco della città, e sottolinea la tua attitudine da pedagogo…

Mi piace fare formazione, anche nelle aziende, applicando tecniche mutuate dall’improvvisazione teatrale. Del Bono è sempre stato un sostenitore della webserie, tra noi è nata un’amicizia quando abbiamo condotto insieme visite guidate a Palazzo Loggia in collaborazione con il Fai.

Con la tua opera hai una funzione di ponte generazionale, anche linguistico, valorizzando il dialetto…

Mi piace esserne custode. Benché il mio approccio sia gioviale, si tratta di una cosa seria: ho studiato per imparare a scriverlo correttamente, non è facile.

Porterai Brescia anche sul palcoscenico?

Sto scrivendo un nuovo spettacolo: «Brixia Indomita», con episodi della storia della città, in aprile ci sarà la prima al teatro Santa Giulia. Intanto penso già a un secondo volume di «Spifferi», con sguardo sulla provincia.

Icona Newsletter

@I bresciani siamo noi

Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato