Cultura

Simone Vebber in concerto sul Serassi: diretta sul nostro sito

Il concerto sarà al Duomo di Desenzano per 115 persone, ma verrà trasmesso in diretta streaming dal nostro sito
Simone Vebber - © www.giornaledibrescia.it
Simone Vebber - © www.giornaledibrescia.it
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L’organo a canne è un mondo: vetrata e capitello, lunetta e altare, inondazione e cesello, spavalderia e intimità. Nei secoli, sulla sua tastiera è passata la storia della musica, attraverso composizioni originali, adattamenti, invenzioni estemporanee. Ne ripropone un affascinante excursus il musicista trentino Simone Vebber questo martedì 21 luglio, alle 21.15, sull’organo «Serassi 1837 op. 433» del Duomo di Santa Maria Maddalena di Desenzano, ingresso consentito a 115 persone dotate di mascherina.

Diretta streaming. L’intero concerto verrà proposto in diretta streaming sul nostro sito. Il programma prevede: Juan Cabanilles, «Corrente italiana»; Georg F. Händel, «How excellent Thy name, O Lord» (dall’oratorio «Saul») e il Coronation anthem «The King shall rejoice (HWV 260)», negli arrangiamenti settecenteschi di James Hook; Carl P. E. Bach, «Sonata Wq70/4»; Justin Heinrich Knecht, «Große Orgelsonate in C-Dur»; Wolfgang A. Mozart, «Dodici variazioni su "Ah, vous dirais-je, Maman" KV 265» (adattamento di Simone Vebber); Arvo Pärt, «Trivium»; Marco Uvietta, «Armonia sul palco per un’opera immaginaria (Omaggio a Davide da Bergamo)», in prima esecuzione assoluta; Padre Davide da Bergamo, «Le sanguinose giornate di marzo ossia "La rivoluzione di Milano"».

«Giocherò con i colori del magnifico Serassi - spiega Vebber -; l’organo si presta splendidamente a riassumere organici più ampi e i suoi registri sanno rievocare con facilità timbri orchestrali. Sono anche felice di poter presentare una novità del compositore bolzanino Marco Uvietta, avvincente narrazione sonora di un amore sbocciato sul confine fra suggestioni operistiche e armonie devozionali. Nel caso di bis, se i tempi della diretta lo consentiranno, sarò lieto di improvvisare, liberamente o su qualche tema dato. L’arte dell’improvvisazione è saper rendere vivo un linguaggio, è sempre stata una componente fondante del mondo organistico e lo è tuttora. Fino a tutto l’Ottocento pure i pianisti "creavano all’istante" (pensiamo a Liszt); poi, nel tempo, questa "ars combinatoria" è andata specializzandosi nel jazz e in altri repertori non scritti, e si è approfondito maggiormente il lato interpretativo. Qualcuno ha definito l’improvvisazione una "gabbia aperta": una traccia da seguire, dentro alla massima libertà. Vi entrano cultura e gusto personali, contesti, stili, messaggi, obiettivi da raggiungere; occorre altresì saper valorizzare le caratteristiche dello strumento che si sta suonando e l’acustica del luogo. Sono affezionato allo strumento di Desenzano, vi ho registrato il mio ultimo cd, che sarà presentato martedì sera. Sull’organo si depositano millenni: è "l’alto signore dei suoni", uno strumento che respira».

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