Cultura

«Sapienza orientale e natura bresciana nelle mie carte fatte e tinte a mano»

A Brescia in Queriniana e a Carme l’opera del romano Ajossa esito di residenza artistica sulle sponde del Sebino
Alcuni pannelli in carta prodotta a mano da Ajossa e tinti con pigmenti naturali - © www.giornaledibrescia.it
Alcuni pannelli in carta prodotta a mano da Ajossa e tinti con pigmenti naturali - © www.giornaledibrescia.it
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Dal sapiente mix tra l’antica tradizione orientale e il Dna naturale della provincia di Brescia, nasce «Connaturata», il progetto espositivo dell’artista romano Riccardo Ajossa (1974). Docente di Tecnologie della carta all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove egli stesso si è laureato per poi proseguire gli studi in Gran Bretagna e Olanda, nel 2011 ha tenuto un masterclass sulla lavorazione della carta alla Biennale di Venezia.

Allestita in una doppia sede in città, la mostra si divide tra la Biblioteca Queriniana, dove fino al 13 maggio è visibile una sezione (via Mazzini 1, mar-ven 8.45-18, sab 8.30- 12.30), e lo spazio Carme di via Battaglie 61 (oggi alle 19.30 l’inaugurazione, poi fino al 14 maggio, giovedì-domenica 16-21). Ajossa, partiamo da Carme, dove sono raccolti gli esiti site specific dell’esperienza tra Lago d’Iseo e Franciacorta. È un lavoro di «restituzione del paesaggio».

Riccardo Ajossa - © www.giornaledibrescia.it
Riccardo Ajossa - © www.giornaledibrescia.it

Lo scorso settembre, tramite Carme, ho svolto una residenza artistica di alcune settimane a Marone, sul Lago d’Iseo. Ho raccolto elementi naturali alle Torbiere, lungo i sentieri e nei pressi dell Piramidi di Zone. Galla di quercia, fitolacca, ho trovato del sambuco molto maturo... Ne ho estratto il pigmento ed il risultato sono opere di alcuni metri che mixano oriente e occidente: una selezione di 7 tonalità di colori del luogo su carta hanji, ossia fatta a mano da me col metodo coreano. Non si tratta solo dell’azione fisica del colore che penetra la carta. È un processo che ha a che fare con il tempo che noi e il nostro sguardo abbiamo trascorso a contatto con i luoghi, i paesaggi, le atmosfere. Personalmente lo ricordo come uno dei periodi più belli degli ultimi anni.

Come si incontrano Oriente e Occidente nel tuo lavoro? Da un lato c’è il mio background di ricerca sulla produzione e la storia della carta, che nasce in Cina 2.000 anni fa, raggiunge gli esiti più sofisticati in Corea e - insieme alla stampa - è il maggior veicolo di diffusione della cultura nel mondo, ben prima dell’avvento del digitale. All’Accademia di Belle Arti di Roma sono docente ordinario di Tecnologie della carta e grazie al Governo coreano ho passato 7 anni in loco a studiare e applicare i metodi produzione, dalla scelta della corteccia al suo diventare «sfoglia battuta a bastone dentro un telaio. Lo stesso processo di estrazione e trasformazione lo applico anche a minerali, bacche e vegetali, come quelli del Lago d’Iseo, per ottenere i pigmenti puri. Con Eugenio Massetti, Presidente di Compagnia della Stampa che ha editato il catalogo della mostra, stiamo pensando a una tavola cromatica con le tonalità del luogo: Azzurro Franciacorta, Beige Franciacorta, Rosa, Nero, Grigio...

La carta è protagonista anche della sezione alla Biblioteca Queriniana. Si trovano esposte alcune prove di colore provenienti dal mio archivio personale, realizzate su carte antiche acquistate nei miei viaggi in giro per il mondo. Si possono osservare i colori filtrare armoniosamente e in modo capillare poiché né pigmento né supporto contengono elementi chimici. Tornando a Carme, invece, c’è poi una parte fotografica. Nella seconda sala si trova un omaggio ai grandi artisti del Cinque-Seicento bresciano e bergamasco: Lotto, Moretto, Ceruti... le riproduzioni fotografiche dei loro capolavori sono state poste a filo d’acqua e poi fotografate, mi sono concentrato sul movimento generato dal galleggiare.

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