Cultura

Red Canzian: «La mia Operapop su Casanova nella Venezia che amo»

Il bassista dei mitici Pooh ieri in città ha presentato il musical che debutterà il 5 marzo al Gran Teatro Morato
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IL "CASANOVA" DI RED CANZIAN
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È giunto a Brescia Red Canzian in persona per presentare la sua creatura, «Casanova Operapop».

Il bassista dei mitici Pooh (che la prossima settimana ritroverà i superstiti della band, a Sanremo come ospiti) ha infatti incontrato ieri i media locali nella hall del Gran Teatro Morato, dove domenica 5 marzo andrà in scena per la prima volta nella nostra città il musical da lui scritto e prodotto (alle 21.15, con pochi biglietti da euro 40,25 più diritti, disponibili su Ticketmaster, Ticketone e prevendite abituali; informazioni su www.zedlive.com).

L'idea

Accolto in loco da Valeria Arzenton di Zed, accompagnato dalla moglie Beatrix Niederwieser (che ha seguito tutti gli aspetti operativi dello spettacolo) e da alcuni interpreti (Gipeto, Jacopo Sarno e il giovane tenore bresciano Gianluca Cavagna), Canzian ha espresso la sua soddisfazione per la riuscita del progetto: «Ho cullato a lungo l’idea di comporre un’opera musicale dedicata a Venezia e a Casanova, andando al di là degli stereotipi sulla figura di quest’ultimo. Quando ho letto il romanzo di uno scrittore celebrato come Matteo Strukul («Giacomo Casanova - La sonata dei cuori infranti», ndr.) ho capito che avevo la mia storia».

Quindi entra in dettaglio: «Ho immaginato un musical teatrale con lo sviluppo dell’opera all’italiana, nella quale la storia e i personaggi prendono forma attraverso la musica e le parole delle canzoni».

La storia

La trama ci conduce nella Repubblica di Venezia del 1755, quando Casanova, rientrato dall’esilio, è strenuo difensore della sua città dai giochi di potere che la vorrebbero venduta allo straniero. Fra intrighi politici e amorosi, si dipanano avventure rocambolesche, che coinvolgono il più celebre dei seduttori nazionali e Francesca, la donna di cui si innamora.

I numeri di «Casanova Operapop» parlano di 21 performer sul palco (11 cantanti-attori, 10 ballerini-acrobati) e 30 persone nel backstage, 35 brani inediti cantati dal vivo dal cast per 2 ore di musica, 120 costumi e 30 cambi di scena che Canzian ha realizzato personalmente, attraverso un allestimento immersivo, fatto di fotografie scattate nella Venezia deserta durante la pandemia.

Niente leziosità

È ancora l’ex Pooh a spiegare certe scelte: «Sia per i costumi che per le scenografie abbiamo optato per soluzioni non leziose. Volevo che la Venezia rappresentata avesse un sapore vero, con molta forza, che trasmettesse emozione e realismo. E per quanto riguarda i balletti, ci siamo tenuti lontano da quello tradizionale, in stile Broadway, puntando su qualcosa di più sperimentale».

Quindi si sofferma sulla sua passione per la città lagunare: «Sono di Treviso, ma sin da bambino ho avuto nel cuore Venezia, dove andavo in visita da una zia, che era dama di compagnia in una casa di nobili. Venezia ha la dolcezza fragile delle vecchie signore che hanno ancora belle storie da raccontare».

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