Cultura

«Quel mattino a Lampedusa»: il racconto di Vito Fiorino a Ome

Daniela Zorat
Il pescatore che nel 2013 salvò 47 profughi eritrei, mentre altri 368 morirono inghiottiti dal mare, oggi impegnato in due letture sceniche
Un passaggio della lettura scenica di Vito Fiorino con i ragazzi della scuola media e alcuni studenti del Cfp di Aib - © www.giornaledibrescia.it
Un passaggio della lettura scenica di Vito Fiorino con i ragazzi della scuola media e alcuni studenti del Cfp di Aib - © www.giornaledibrescia.it
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«Questo ennesimo evento è la sconfitta dell’Europa, dell’Italia e del mondo perché è impensabile che degli esseri umani possano essere abbandonati e si faccia finta che neanche siano in mare. Sono stati avvistati - ho sentito alcune interviste - e alcuni dei salvati parlano di elicotteri e aerei che li hanno sorvolati; ma perché questa indifferenza? Perché questa cattiveria nei confronti di esseri umani come lo siamo noi?».

Il racconto di Vito Fiorino

L’amaro commento al naufragio avvenuto nel mar Mediterraneo al largo della Libia due giorni fa e costato la vita a sessanta migranti è di Vito Fiorino, il pescatore che la notte del 3 ottobre 2013 a Lampedusa, in mare con alcuni amici, riuscì a salvare 47 profughi eritrei, mentre altri 368 morirono inghiottiti dal mare. Su invito di Marco Baronio, presidente dell’Anpi di Ome, della Casa del Popolo e del Comune franciacortino, Vito Fiorino questa mattina ha incontrato gli alunni della scuola media e alcuni studenti del Cfp di Aib.

Con alcuni di loro ha portato sul palco la lettura scenica «Quel mattino a Lampedusa», scritta da Antonio Riccò e basata su quanto raccontato dai profughi sopravvissuti e dai testimoni, tra i quali lo stesso Vito. Una seconda rappresentazione corale, cui parteciperanno diversi cittadini, è in programma per questa sera alle 21 al cinema del paese in via Aldo Moro.

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