Cultura

Quando papa Wojtyla era Lolek

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Lolek era il soprannome con il quale il giovane Karol Wojtyla veniva chiamato dagli amici che, in tempi aspri e drammatici, già vedevano in lui un sicuro punto di riferimento.
Poi il Signore chiamò Lolek ad andare lontano, molto lontano, fino a diventare Sommo Pontefice e a lasciare una traccia straordinariamente luminosa e importante nella storia della Chiesa e del mondo.

In diciannove quadri poetici, lo scrittore fiorentino Michele Brancale consegna al lettore un ritratto nitido e suggestivo del grande Papa polacco, che - come è stato detto - ha dato del tu a miliardi di uomini e sembrava conoscere tutti per nome.
Definendolo «nomade bianco», l'autore del volume mette efficacemente in luce l'eccezionale capacità manifestata da Giovanni Paolo II di farsi prossimo a tutti. Papa Wojtyla si mise in luce per l'instancabile opera di evangelizzazione che fu, nel medesimo tempo, opera di umanizzazione.

Gesù ha narrato la parabola del mercante di perle, il quale, una volta trovatane una preziosissima, vende tutto e la compra. Scrive Brancale: «E Lolek trovò nel campo una perla / che tutto illuminava dal di dentro».
Era la perla della fede: Lolek non l'abbandonò mai, e mai il Signore abbandonò lui.
Maurizio Schoepflin

La perla di Lolek
Michele Brancale
Giuliano Landolfi, 38 pagine, 8 euro

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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