Cultura

Quando la «lacuna» svela il mondo e la letteratura

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Prima di affrontare una parola, e tutto l’universo semantico che essa si porta dentro, è necessario amarla: lo confessa Nicola Gardini a proposito di «lacuna», parola che definisce esemplare per la pregnanza semantica e per la sua straordinaria eco leopardiana. Poeta, romanziere, traduttore, professore ad Oxford, nonché saggista, come appunto nel suo ultimo libro edito da Einaudi dal titolo «Lacuna. Saggio sul non detto», Gardini sa che prima di tutto viene l’erotismo della conoscenza e dell’insegnamento. La sua cifra più originale ed efficace è quella di saper leggere la letteratura, la cultura classica, i libri e il linguaggio, nel modo più contemporaneo: rendendoceli attuali, vivi, fonte di sapienza e di aiuto. Altro che le migliaia di manuali di self help che assediano gli scaffali delle librerie.

Lettore ideale e guida del lettore, suggerisce percorsi, ci insegna un metodo, una chiave di esegesi e comprensione. Della letteratura in primis, del mondo subito dopo. In questo ultimo lavoro lo fa attraverso la lacuna intesa in varie accezioni: silenzio, reticenza, non detto, omissione, tra l’altro in modo originale perché nessuno l’aveva fatto prima d’ora.

Niente meglio di una lacuna, che Nicola Gardini non esita a definire la forma implicita della narrazione, sollecita l’intelligenza del lettore, la sua intuizione, il suo bisogno di decodificare e spiegare, di entrare nel processo creativo dell’autore, diventarne complice, necessario completamento. Perché la letteratura produce una conoscenza che tende, o meglio pretende, di arrivare alla verità in un modo più perentorio ed efficace del dato, del documento e della ragione. Quasi un tentativo di giustizia.

Di questo «Lacuna. Saggio sul non detto» va innanzitutto segnalato il lavoro straordinario, e sempre in controluce, di letture profonde e la collazione di testi di vari tempi e autori, restituito in una sintesi apparentemente naturale e senza sforzo che ha il merito di suggerire insieme un percorso ideale e un metodo di interpretazione.

Va inoltre lodata la cura delle traduzioni delle citazioni, tutte traduzioni originali dell’autore, perché il credito verso il lettore non deve fortunatamente presupporci tutti poliglotti, e perché una traduzione appropriata è un’ulteriore guida verso la nostra intelligenza, nel senso prima di intendimento, e subito dopo di maggiore conoscenza.

Alberto Albertini

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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