Quando Cavellini danzò con Natalia nel tempio Capitolino

A 40 anni dall’azione artistica condotta in città da Guglielmo Achille Cavellini (Brescia, 1914-1990) e Natalia LL (Zywiec, Polonia, 1937), l’Associazione culturale Carme coglie l’occasione per celebrare l’anniversario riproponendo in mostra allo Spazio Contemporanea in città gli scatti della performance che venne tenuta al Tempio capitolino e, nel contempo, accendere un doppio faro sull’opera di Cavellini - avanguardistico alfiere bresciano dell’arte contemporanea di levatura internazionale, il cui percorso di riscoperta e valorizzazione è assai lontano dal potersi dire esaurito - e Natalia Lach Lachowicz, artista attiva dal 1975 nel movimento femminista internazionale e medaglia d’argento al merito per la cultura Gloria Artis nel 2007.
La performance. Brescia, 1979. Dopo una fitta corrispondenza e un primo incontro avvenuto nel ’75 a Varsavia in occasione di un’esposizione di Cavellini alla Gallery Wspòlczesn, al rientro da un progetto romano Natalia LL fa tappa a Brescia per incontrare l’amico e collega. Nasce così la loro collaborazione artistica in «The touch of History» che oggi dà il titolo alla mostra in corso, e un’azione performativa con costumi e oggetti di GAC all’interno del suo giardino. Realizzata all’interno del Capitolium bresciano, «The touch of History» fu pensata per dare forma visiva al legame tra forme artistiche antiche e contemporanee che si passano il testimone, tema su cui si sono concentrati tanti artisti più giovani negli ultimi decenni. Della performance è andato perduto il video originale, ma è rimasta intatta la documentazione fotografica visibile in mostra, realizzata dall’artista Andrzej Lachowicz, marito di Natalia.

Anticipatrice. Questo momento di incontro con la città diviene quindi l’escamotage per mostrare la modernità della ricerca dell’artista polacca che, ad esempio, ben prima dell’affaire Cattelan recentemente venuto alla ribalta delle cronache, in «Consumer Art» (1972) e «Banana» (1990) si ritrasse in una sequenza di immagini impegnata in diverse pose con una banana in bocca. Simbolo fallico? Allusione oltraggiosa? La contestualizzazione storica ci dice che per Natalia la banana era un alimento esotico, un lusso nel periodo sovietico, con buona pace dei benpensanti. Nota soprattutto per gli scatti della serie «Consumer Art» e «Post Consumer Art», le sue opere possono essere definite «pornografia illusoria», create non come provocazione fine a se stessa, ma per veicolare messaggi.
Operativa a partire dagli anni Sessanta, Natalia LL si è fatta strada a livello internazionale attraverso i linguaggi della fotografia, del video e dell’installazione, esponendo alla Tate Modern di Londra e al Moma di New York. Di Cavellini sono invece proposti in mostra «Autoritratto impertinente», «9 Cubi» e alcune stampe.
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