Profezia, carisma, emancipazione: la docu-indagine su Semiramide
Profezie, carisma, emancipazione. Finalmente la storia della veggente bresciana Semiramide (1907- 1962) prende forma in un ritratto, grazie a due autrici nostre concittadine, Silvia Ghilardi (giornalista, ideatrice del soggetto e sceneggiatrice) e Silvia Cascio (videomaker e montatrice), che hanno ricostruito la carriera di Elisa Semiramide Gazzo, sensitiva divenuta una celebrità e punto di riferimento, oltre che per tanti bresciani, anche per un nutrito numero di personaggi pubblici, che frequentavano abitualmente il suo studio cittadino di via Aleardo Aleardi. «C’erano i politici: Benito Mussolini, Augusto Turati e Italo Balbo - ricordano le registe - così come tanti personaggi dello spettacolo, da Vittorio Gassman a Gina Lollobrigida, ma anche artisti, sportivi e personalità del mondo accademico della psicografologia e della chiromanzia».
Tante, infatti, erano le foto appese alle pareti, con dedica «A Semiramide», una formula divenuta titolo del documentario, che verrà presentato in anteprima al Nuovo Eden martedì prossimo, 19 dicembre (alle 18, via Nino Bixio 9, in città; ingresso gratuito), evento in collaborazione con il Comune di Brescia, la Fondazione Civiltà Bresciana e l’associazione Amici della Fondazione Civiltà Bresciana. Prima della proiezione del film - patrocinato dai Comuni di Sarezzo e Gardone Val Trompia - le registe interverranno insieme al ricercatore Raffaele Piero Galli, collaboratore del progetto sul fronte delle fonti storiche. Atteso, inoltre, il cantautore Charlie Cinelli - già fra le testimonianze presenti nel docufilm - per eseguire il brano «Semiramide», dedicato alla chiaroveggente e alle leggende valtrumpline nate quando, dal 1953, la donna si trasferì nella residenza saretina di Villa Usignolo.

Silvia Ghilardi, cosa vi ha spinto a ricostruire la biografia di Semiramide?
«Nelle mie origini familiari ci sono radici a Sarezzo, dunque fin da bambina sentivo raccontare di lei. Erano storie che mi affascinavano e intimorivano allo stesso tempo. Decisi, poi, nel 2014, di ricostruirne la biografia. Un lavoro lungo, che ha preso forma come documentario grazie alla sinergia con Silvia Cascio, mentre in parallelo il giornalista Massimo Tedeschi - anch’egli tra gli intervistati nel film - dedicava un libro alla chiromante («Semiramide. Una veggente del Novecento da Mussolini a Nilla Pizzi», Edizioni Scholé - ndr)».
Pregio del vostro progetto sono le testimonianze inedite che proponete
«È il valore aggiunto del documentario, che si basa anche su ricerche d’archivio, ma trova nuovi dettagli e sfumature di vita nelle voci di chi conobbe Semiramide. Ne emerge la figura di una donna capace di autodeterminarsi, dote rara nella società dell’epoca».
In ogni caso non è un film a tesi, concedete che resti un alone di mistero sul personaggio, benché abbiate certificato l’autenticità delle dediche.
«L’idea di commissionare una valutazione grafologica dell’Istituto Internazionale di Grafologia Girolamo Moretti di Urbino ci ha consegnato una certezza. Tuttavia non azzardiamo un giudizio sul credere o meno alla magia, è una questione che resta appannaggio degli spettatori».
Silvia Cascio, che tipo di struttura narrativa avete dato al vostro racconto?
«L’idea è restituire lo stupore provato, facendo fare al pubblico lo stesso nostro viaggio, una scoperta dopo l’altra, accompagnando Silvia Ghilardi (che è in scena) nella raccolta delle interviste. I testimoni svelano quanto Semiramide venisse presa sul serio dalla gente. Emerge il suo carisma e - a differenza di alcune sue fotografie in posa da diva - il ritratto di una donna vera, dalla grande personalità».
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