Cultura

Piano sequenza da festival: corto bresciano selezionato a Cannes

Si intitola «A courtyard. Always. You feel better», il cortometraggio di Pietro Comini accolto allo Short Film Corner del Festival di Cannes
AA

Si intitola «A courtyard. Always. You feel better», il cortometraggio del venticinquenne bresciano Pietro Comini, accolto allo Short Film Corner del Festival di Cannes, un’area allestita per promuovere l’incontro tra i professionisti del cinema e favorire lo sviluppo del mercato degli audiovisivi.

Comini è in partenza per la sessantottesima edizione del Festival assieme a Graziano Chiscuzzu, della «5e6», la casa che ha prodotto il corto. «Raccontiamo la fuga simbolica di una ragazza inseguita da un violento rapitore, che si svolge cinematograficamente nell’arco di 12 minuti catturati da un unico piano-sequenza - racconta Comini -. Non sogno un futuro da regista, piuttosto vorrei crescere professionalmente come direttore della fotografia e per farlo è indispensabile la ricerca».

Il film selezionato a Cannes è ambientato nelle campagne cremonesi. Ne sono protagonisti l’attore Giorgio Carminati e l’esordiente camuna Sara Rendina. 

La trasferta francese non è però l’unica per la casa di produzione cinematografica bresciana. La «5e6» è approdata all’edizione 56 della Biennale di Venezia, aperta fino al 22 novembre. Il gioco di numeri è solo casuale: la presenza all’Esposizione internazionale d’Arte (in programma da dopodomani al 22 novembre) dei nostri film-maker è frutto di cinque anni di lavoro in stretta collaborazione con l’artista Armando Lulaj, nato a Tirana nel 1980. Un rapporto iniziato nel 2011, per la realizzazione del primo film di «Albanian Trilogy: A Series of Devious Stratagems», progetto costituito da tre video d’arte dedicati ai simboli della memoria storica del popolo albanese, con particolare attenzione al periodo della Guerra Fredda. La ricerca è valsa a Lulaj l’onore di rappresentare il proprio Paese alla Biennale, occupando l’intero Padiglione della Repubblica di Albania, negli spazi dell’Arsenale. Le riprese sono state curate da Gianluca Ceresoli e Pietro Comini, il suono da Marco Parollo e la fotografia da Graziano Chiscuzzu. Del montaggio, a Brescia, si è occupato Mauro Rodella coadiuvato per l’audio da Diego Schiavo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia