Cultura

Patti Smith, una cavalcata rock per i quarant'anni di «Horses»

La cantante celebra il primo album «Horses» con un concerto perfetto in un Vittoriale stracolmo
  • Il concerto di Patti Smith al Vittoriale
    Il concerto di Patti Smith al Vittoriale
  • Il concerto di Patti Smith al Vittoriale
    Il concerto di Patti Smith al Vittoriale
  • Il concerto di Patti Smith al Vittoriale
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    Il concerto di Patti Smith al Vittoriale
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La sacerdotessa del rock americano ha ancora parecchio da dire e lo dice bene: l’esibizione di Patti Smith in un Vittoriale stracolmo è di quelle che gratificano anche gli animi più duri. 

Il poemetto «Oath», pezzo forte dei reading che da giovane poetessa inscenava con Lenny Kaye, ancora accanto a lei con la sua chitarra, innerva «Gloria» di Van Morrison, trasfigurandola in una lunga cavalcata in cui la ritmica si fa via via ossessiva: è l’inizio del concerto, così come era l’inizio di «Horses», che nella celebrazione del suo quarantennale è il vero cuore pulsante dello spettacolo.

La setlist è modulata sulle tracce del disco: il curioso reggae di «Redondo Beach»; la lunga struggente suite di «Birdland», poi «Free Money», «Kimberly» o «Break It Up», un capolavoro.

In scaletta c’è spazio anche per altre gemme del repertorio di Patti Smith, fino a «Because the Night» o «People Have the Power». La fine è scatenata: «My Generation» degli Who rivive in una versione furiosa, con Patti che strappa le corde della chitarra come amava fare Pete Townshend. Voglia di libertà, premiata dall’ovazione della platea per questa vecchia combattente del rock.

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