Cultura

Patrimonio Unesco, quasi mezzo secolo di primato italiano per il Bresciano

I pitoti camuni sono stati i primi inseriti nel 1979, poi Santa Giulia in città e le palafitte sul Garda
Le incisioni rupestri - Foto © www.giornaledibrescia.it
Le incisioni rupestri - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Patrimonio mondiale dell’umanità. Patrimonio storico, culturale e artistico. Nel 2023 i bresciani hanno riscoperto l’incanto del territorio grazie al titolo di Capitale italiana (insieme a Bergamo) della cultura, ma tra città e provincia le bellezze sono riconosciute da anni.

Anche dall’Unesco, che ha inserito nella propria lista tre siti bresciani: l’Arte Rupestre in Valcamonica, il Monastero Longobardo del Museo Santa Giulia di Brescia e i Siti palafitticoli preistorici delle Alpi, divisi tra Desenzano e Polpenazze. Tre capitali artistici differenti, tre ricchezze che testimoniano la varietà del patrimonio storico bresciano. In Italia ci sono 58 siti Unesco e 10 si trovano in Lombardia, a cui si aggiungono anche tre città creative: Milano, Bergamo e Como.

In Valcamonica

La «capitale mondiale dell’arte rupestre», così ai camuni piace definire il territorio che ospita le incisioni. Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri è stato istituito nel 1955 ed è stato il primo sito italiano iscritto nella lista del patrimonio Unesco nel 1979. Una zona molto ampia che si estende da Darfo Boario a Sonico e che comprende 24 comuni e oltre 180 località. Sono circa 2mila le rocce incise dall’arte rupestre che si sviluppò tra i 13mila e i 10mila anni fa. Attualmente sono otto i siti in cui si possono osservare le incisioni: a Capo di Ponte ci sono il Parco di Naquane, quello dei Massi di Cemmo e quello di Seradina-Bedolina; a Sellero c’è il Parco Minerario, a sonico il Percorso del Coren delle Fate, a Darfo Boario il Parco di Luine, e a Ossimo il Parco di Asinino-Anvoia. Infine una vasta area è coperta dalla Riserva di Ceto, Cimbergo e Paspardo.

Dalla scoperta dei graffiti nel 1909 sono stati moltissimi i ricercatori e gli studiosi che si sono occupati delle incisioni: su tutti il professor Emmanuel Anati che nel 1964 ha fondato il Centro camuno di studi preistorici.

In città

A Brescia il complesso monastico di San Salvatore e Santa Giulia, e il Parco Archeologico di Brescia romana sono iscritti nella lista del Patrimonio mondiale Unesco dal 25 giugno 2011 e fanno parte del sito seriale «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568 – 774 d.C.)». Il monastero fu fondato nel 753 d.C. da re Desiderio e da sua moglie Ansa; la coppia regale decise di affidare il monastero alla guida della figlia Anselperga, che da quel momento divenne prima badessa del cenobio.

Il complesso museale di Santa Giulia © www.giornaledibrescia.it
Il complesso museale di Santa Giulia © www.giornaledibrescia.it

La basilica di San Salvatore è una delle testimonianze più importanti dell’architettura religiosa longobarda e nel progetto di re Desiderio la chiesa-mausoleo doveva porsi come uno dei simboli del potere dinastico della monarchia e dei ducati longobardi. All’interno del museo si possono intraprendere diversi percorsi di visita che spaziano dal primo secolo d.C. al dodicesimo secolo d.C.

Per visitare il museo di Santa Giulia e il Parco archeologico si può acquistare un singolo «biglietto Unesco» a 15 euro (per i residenti a Brescia l’ingresso è gratuito). Il museo è aperto da martedì alla domenica dalle 10 alle 19; mentre il parco è aperto fino alle 20 da martedì a giovedì e fino alle 22 da venerdì a domenica fino al 10 settembre; dal 12 settembre al 1° ottobre sarà aperto da martedì a domenica fino alle 20.

Sul Garda

I Siti palafitticoli delle Alpi comprendono invece 111 villaggi sparsi in tutta Europa, e in Italia si sviluppano anche attorno al Lago di Garda. Inseriti nella lista Unesco nel 2011 e databili tra il 5000 e il 500 a.C., si possono visitare tra Desenzano e Lonato - nel sito del Lavagnone - e a Polpenazze nel sito del Lucone.

Chi volesse scoprire cosa è emerso dagli scavi al sito palafitticolo del Lavagnone può recarsi al museo Rambotti di Desenzano: qui si possono osservare l’aratro più antico del mondo e la piroga del Bronzo antico rinvenuta del 2018. Fino al 30 settembre il museo è aperto martedì e giovedì dalle 9.30 alle 13 e da venerdì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.

Nella Bergamasca

L’Unesco ha incluso la Valle Camonica e l’Alto Sebino nello speciale elenco delle Riserve della Biosfera. La valle comprende il monte Adamello e il Lago d'Iseo, e al suo interno sono presenti fiumi, boschi e molte specie animali e vegetali esclusive del territorio e sottoposte quindi a regime di protezione e conservazione. 

A Bergamo ci sono poi altri due siti inseriti nella lista Unesco. Le mura di città alta fanno parte del sito seriale dedicato alle opere di fortificazione veneziane realizzate dalla Serenissima tra il 16° e il 17° secolo. Il Villaggio operaio Crespi d’Adda, invece, venne realizzato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento dalla famiglia Crespi accanto al proprio opificio tessile. Una città ideale del lavoro, costruita per i propri dipendenti e le loro famiglie: è l’esempio più integro e meglio conservato di villaggio operaio in Europa.

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