Parigi vista con cuore, ragione e sentimento

Cosa rende Parigi così speciale? Provare a spiegare una verità così evidente e, al contempo, terribilmente sfuggente è rischioso oltre ogni immaginazione. Puoi lasciarti tentare dai cliché più abusati, scivolando così lungo i Campi Elisi della banalità. Oppure puoi avventurarti in un viaggio carnale e spirituale allo stesso tempo, cercando di sbirciare dietro le tende di palazzi antichi alla ricerca di Baudelaire, Dalì, Modigliani...
Luigi La Rosa con «Solo a Parigi e non altrove» regala un esercizio di grandeur in cui la città del Marais e della torre Eiffel vive in modo palpitante e sornione le emozioni legate ai suoi protagonisti. Che non sono solo quelli che riempiono libri di storia, pagine di cultura e caffè letterari tra assenzio e mille sigarette. Ci sono il protagonista stesso e la sua cerchia di amici che vivono Parigi ricercandone lo spirito, l’essenza (ammesso sia possibile imprigionarle con le parole).
La definizione che La Rosa dà del suo libro, ovvero «una guida sentimentale», rende con precisione lo spirito di un viaggio senza tempo, scandito dalle stazioni della metropolitana. Punti cardinali entro i quali cogliere la poesia attraverso ricordi e aneddoti. L’autore sembra in qualche modo trovare la chiave giusta per entrare in empatia con chi, molti anni prima, ha calpestato gli arrondissement in preda a palpitazioni creative o sentimenti laceranti.
Parigi si mette così a nudo, con la naturalezza di chi non si bea del proprio fascino, ma lo trasmette con la naturalezza sostenuta da un linguaggio, quello di La Rosa, colto e avvolgente. Una Parigi vista attraverso emozioni altrui, che non ci metterete molto a fare vostre.
ramp
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