Panariello a Brescia: «Porto in scena la mia vita, quella vera»

«Dietro questa maschera c’è un uomo e tu lo sai». La persona dietro i personaggi. Giorgio Panariello, prendendo spunto dalla canzone «La favola mia», che dà il titolo allo show, stavolta in scena racconta se stesso. Partendo da una delle imitazioni, quella di Renato Zero, che gli ha dato la popolarità, e dai mille personaggi che hanno fatto ridere il Bel Paese, si mette a nudo per gli spettatori. È questo il nuovo spettacolo, «La favola mia», appunto, che il comico toscano porterà a Brescia, al Dis_Play, all’interno del Brixia Forum di via Caprera, mercoledì prossimo, 30 marzo, alle 21. Organizza Leg. Biglietti dai 30 ai 60 euro. Informazioni su www.legsrl.net e al 392.4308616.
Lei, Panariello, parlerà anche sul palco della passione per il suo mestiere: quando ha deciso di diventare un comico? «A 20 anni - risponde - avevo un posto sicuro ai cantieri navali: la sera facevo il dj e il mattino al lavoro mi addormentavo. Lì decisi di lanciarmi nello spettacolo, facendo arrabbiare mio nonno, un uomo pratico, con la testa sulle spalle. Ma già alle scuole medie scrivevo in continuazione la mia firma come fosse un autografo: volevo diventare famoso».
Dai grandi successi in Toscana alla consacrazione nazionale in tv su Rai 1, dal 2000 con «Torno sabato»... «Sì, quella trasmissione mi ha dato la popolarità. Il bello è che fino alla soglia dei 40 anni non fui sicuro di campare con questo mestiere, perché Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni ed io, che spesso ci esibivamo insieme, eravamo conosciuti nella nostra regione, ma non in Italia».
Giorgio, compiuti i 60 anni, ha ancora tantissimi sogni nel cassetto: «Fare un film tutto mio, riprendere il "Borghese gentiluomo", cantare in un musical e recitare una bella parte drammatica, come a volte i comici sanno fare, nel cinema d’autore». In questo 2022 sarà «da maggio in una serie tv, su un bel tema sociale, che dovrebbe andare anche a Venezia. E porterò il mio spettacolo teatrale in tv, a dicembre, una volta finita la tournée». L’esperienza di due anni su Rai3 con «Lui è peggio di me», insieme a Marco Giallini, è stata «faticosa ma esaltante: ho imparato a recitare senza un pubblico davanti, cosa stranissima per me, ho aiutato Marco a fare il presentatore e ammirato lui come attore, un modello per me».
Nella vita privata invece c’è la «serenità» portata dalla fidanzata Claudia, «che a casa è più comica di me, così io mi rilasso, perché a volte anche noi attori vogliamo essere solo persone normali».
Panariello ha anche amici bresciani, come «Omar Pedrini, Francesco Renga e Fabio Volo» e sottolinea il calore del pubblico di casa nostra. «Ricordo invece una volta in cui c’erano 27 spettatori paganti a Grosseto e, usciti dal teatro, trovammo pure una multa sull’auto. Il segreto sta nel non mollare: la palestra della gavetta mi è servita».
Nel frattempo, Giorgio sta studiando «i nuovi mezzi di comunicazione, come le piattaforme o i social». Sul palco a Brescia, comunque, «basterà la mia vita vera perché i miei personaggi, da Merigo a Silvano, li ho tutti veramente incontrati».
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