Musica

Sanremo 2024, come sono andate le esibizioni: i momenti top e flop

Ivano Rebustini
Tra i top: Fiorella Mannoia, Alfa e i Santi Francesi; tra i flop: Sangiovanni, Rose Villain e i Negramari. Più un commento sui bresciani in gara al Festival
Alfa e Roberto Vecchioni nella serata dei duetti
Alfa e Roberto Vecchioni nella serata dei duetti
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Assodato che il momento flop per eccellenza del 74° Festival di Sanremo è stata l’esibizione di John Travolta ne «Il ballo del qua qua» (a proposito, alzi la mano chi sapeva che Romina Power si limitò a coverizzare «Der Ententanz», e cioè «Il ballo dell’anatra», dello svizzero Werner Thomas). Assodato che il momento top per eccellenza del 74° Festival di Sanremo è stato l’istante preciso in cui Travolta, Ama e Ciuri hanno smesso di ballare.

Assodato insomma questo e quello, senza minimamente considerare vincitori, vinti e anche chi avesse eventualmente pareggiato, vogliamo cimentarci nell’individuazione dei flop e dei top fra i trenta artisti in gara? E cimentiamoci!

I flop

Sangiovanni con Aitana nella serata dei duetti
Sangiovanni con Aitana nella serata dei duetti

L’onore del flop numero uno spetta a Giovanni Pietro Damian da Vicenza, in arte Sangiovanni, e non certo perché nella prima esibizione si sia vestito come Giorgia Meloni durante la recente visita in Giappone. Semplicemente, dopo le «Farfalle» di due anni fa (a proposito, discretamente flop pure il duetto con Aitana nella serata delle cover) e quella sorta di «operazione simpatia» che è stata la partecipazione a «Vita da Carlo 2» nel ruolo di se stesso, era lecito aspettarsi qualcosa di meglio.

Invece «Sangio» non è andato oltre l’insipida canzoncina intitolata oltretutto come il pezzo lanciato nel 2002 (non un secolo fa) dal rapper romano Icy Subzero: «Finiscimi». A proposito, da «Baby già mi hai colpito quindi adesso finiscimi» (Subzero) a «Finiscimi fammi sentire quanto sono pessimo» (Sangiovanni): e sforzarsi un po’ di più?

Rose Villain con Gianna Nannini nella serata dei duetti
Rose Villain con Gianna Nannini nella serata dei duetti

Per il secondo flop si fa avanti Rose Villain, che sarebbe poi Rosa Luini: ammesso e non concesso che per cantare sul palco dell’Ariston servano intonazione perfetta, timbro super, estensione, potenza vocale e qualità interpretative altrettanto super (nel corso degli anni abbiamo imparato che non servono), «Click boom!» avrà fatto click, ma non certo boom.

Mentre ha fatto boom duettando con lei una certa Gianna Nannini, che ha il doppio degli anni di Rosa, però tra le due è sembrata lei la ragazza grintosa che quando canta non ce n’è per nessuno.

I Negramaro sul palco dell'Ariston
I Negramaro sul palco dell'Ariston

Terzo e ultimo flop, in questo caso si potrebbe definire un flop «relativo», i Negramaro. Facendo finta di essere un fan di Giuliano Sangiorgi (avete indovinato: non lo sono), sorge spontanea la seguente domanda: nel 2005 avevate portato in Riviera un brano come «Mentre tutto scorre», che vinse il premio della sala stampa e fu scelto dal regista Alessandro D’Alatri come leit motiv del film «La febbre»; diciannove anni dopo, non potevate risparmiarci «Ricominciamo tutto» e al limite lasciarci il ricordo della cover di «Meraviglioso», Sanremo 2021?

I top

Fiorella Mannoia e Francesco Gabbani nella serata dei duetti
Fiorella Mannoia e Francesco Gabbani nella serata dei duetti

Venendo ai top, l’onore della citazione iniziale spetta a Fiorella Mannoia, per tutta una serie di motivi che sarebbe troppo lungo elencare, e quindi fermiamoci a tre: la naturalezza con cui ha indossato per l’esordio un abito bianco da sposa in pizzo (riferimento obbligato, il seguente verso della sua «Mariposa»: «Sono una sposa sopra l’altare», e aggiungiamo l’altro verso «Con le scarpe e a piedi nudi» per spiegare perché martedì abbia cantato scalza come Sandie Shaw nel 1970); la freschezza della sua voce: è impossibile che fra meno di due mesi compia settant’anni, dev’esserci un errore su Wikipedia; la spigliatezza e l’autoironia nel dai e vai con Gabbani (complimenti anche a Francesco), sorta di rievocazione della doccia fredda di Sanremo 2017, quando sul filo di lana uno scimpanzé le scippò la vittoria con «Che sia benedetta» a favore proprio del cantautore di Carrara e della sua Occidentali’s Karma».

Alfa e Roberto Vecchioni nella serata dei duetti
Alfa e Roberto Vecchioni nella serata dei duetti

Per il secondo top, si avanza a sorpresa (pure mia) il 23enne genovese Andrea De Filippi, noto come Alfa. Un po’ perché la sua “Vai!” è carina ed è stata ben cantata, un po’ perché il titolo dell’album che la contiene – «Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato» – ha una sua ingenua genialità, molto per il duetto con Roberto Vecchioni, che potrebbe tranquillamente essere il padre di suo padre: ascoltare nonno e nipote, cioè Vecchioni e Alfa, cantare «Sogna, ragazzo, sogna», parafrasando la vecchia pubblicità di un tè ha fatto bene qui, ha fatto bene qui.

I Santi Francesi con Skin nella serata dei duetti
I Santi Francesi con Skin nella serata dei duetti

Per l’ultimo top, si avanza una band che è tale solo perché sul palco si presentano in due, i Santi Francesi, con Alessandro De Santis che è un po’ il George Michael o il Max Pezzali della situazione. È bastato che il De Santis aprisse la bocca e cantasse giustappunto «Mi hai lasciato con l’amore in bocca» per lasciare tutti a bocca aperta. Ancora niente, comunque, rispetto al duetto che l’ha visto interpretare insieme a Skin una pazzesca «Hallelujah» da brividi assortiti. Supertop.

I tre bresciani

Top & flop, non del 74° Festival di Sanremo, non dei trenta artisti in gara, bensì dei tre bresciani che hanno giocato le loro carte sul palco del teatro Ariston. In particolare delle loro voci, di come si sono comportate, delle emozioni che hanno suscitato, ma anche di quel momento in cui qualcosa non ha funzionato.

Per esempio, durante una delle quattro esibizioni di Renga e Nek, è parso che Francesco – il quale ha abituato tutti troppo bene fin da quando cantava nei Precious Time, i futuri Timoria – abbia avuto un problemino durato forse lo spazio di un secondo. Fosse accaduto, ci ha pensato la serata di venerdì, quella dei duetti, a diradare qualsivoglia nebbiolina. È successo grazie anche all’intensa riproposta di Angelo, il brano che aveva permesso a Francesco Renga di vincere l’edizione numero 55, quella del 2005. Il cantante bresciano d’adozione aveva scritto quella fortunatissima canzone per la figlia: ebbene, l’altra sera Jolanda era in platea, ed è finita a baci e abbracci con papà, un momento davvero top.

Nessun problema sul versante vocale invece per La Sad, il trio tardo punk nel quale milita il nostro concittadino Matteo Botticini in arte Theø: il bel canto è sicuramente l’ultima delle sue preoccupazioni, però qualche soddisfazione canterina se l’è comunque tolta cantando Lamette insieme a Rettore (top), pur se qualcuno ha parlato di parodia punk (flop).
Mr. Rain, per finire. Inevitabile per Mattia Balardi da Desenzano considerare un flop un piazzamento al di sotto del terzo posto dello scorso anno (anche la sua voce non può essere considerata responsabile), mentre non può che essere visto come top l’aver dato voce, con la propria, ai piccoli Giada e Alessio, uccisi dal padre nel 2022.

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