Musica

Patty Pravo a Desenzano, la Ragazza del Piper sa emozionare ancora

Enrico Danesi
Convincente ed applauditissima esibizione al Castello: un tuffo negli anni ’60 e ’70, uno show con tutte le hit del suo repertorio
  • Patty Pravo al Castello di Desenzano
    Patty Pravo al Castello di Desenzano - Foto New Reporter Perteghella © www.giornaledibrescia.it
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Un tuffo negli anni ‘60 e ‘70, a Desenzano, con Patty Pravo. Nel Castello della cittadina gardesana, sold out per una delle più celebri interpreti italiane, è andato in scena uno show con tutte le hit del suo repertorio, in massima parte legate a quegli anni. Ma Nicoletta Strambelli in arte Patty Pravo – in elegante tailleur lungo a motivi bianconeri su maglia e calzoni neri – ha mostrato anche voglia di novità, tanto da aprire la serata con la leggerezza estiva di «Ratatan», singolo pubblicato soltanto un mese fa, anche se le sonorità (e l’uso delle chitarre) rinviano al Beat. Gli arrangiamenti sono in buona parte rinnovati, per adattarsi a una voce sugli scudi da decenni e che talvolta tende a scappare, ma che ad ogni modo ha conservato l’inconfondibile timbrica, profonda e sensuale, che ancora oggi suscita l’ammirazione di un pubblico pronto ad applaudirla calorosamente.

La scaletta

Patty Pravo al Castello di Desenzano
Patty Pravo al Castello di Desenzano

«Ragazzo triste» (da «But You’re Mine» di Sonny & Cher) precede una cover meno nota, «Qui e là» (versione italiana di «Holy Cow» di Lee Dorsey), proposta in modalità swingata. C’è poi un binomio targato Battisti-Mogol: «Il mio canto libero» e «Il Paradiso», in principio affidata a La Ragazza 77, ma che conobbe il successo con la Ragazza del Piper. Proseguono gli omaggi («Sempre» di Gabriella Ferri, «Tripoli 1969» di Paolo Conte, «Un senso» di Vasco Rossi), alternandosi coN i cavalli di battaglia dell’artista veneziana («La bambola», «Morire tra le viole», «Se perdo te», e «Sentimento», interpretata con mirabile trasporto).

Si lamenta per il caldo, la diva, e qualcuno in platea grida «Spogliati!»; lei ribatte, pronta ed ironica: «Ma figurati, alla mia età…». Poi attacca con «Ho provato tutto», convincente brano (autobiografico) cucito su misura per lei da Francesco Bianconi dei Baustelle. Passerella finale con pezzi di storia della canzone nazionale: «I giardini di Kensington» (ricavata da una magia di Lou Reed), «Tutt’al più», «Cieli immensi», «Pensiero stupendo» (di cui Pravo dice: «Io credo che la vita sia proprio così… un pensiero stupendo!»), «Pazza idea», e il sigillo struggente di «E dimmi che non vuoi morire».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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