Ottolini inaugura il 2025 del Borsoni: «Nel mio show fiati e conchiglie»

Jazz e canzone d’autore, trombone e conchiglie, tradizione e sperimentazione. Mauro Ottolini è un cacciatore di suoni, un rabdomante sempre alla ricerca di nuovi mondi musicali da esplorare. Sarà lui ad inaugurare l’anno musicale bresciano, l’1 gennaio alle 18 dal palcoscenico del Teatro Borsoni in via Milano, alla guida di un gruppo che mescola note blu e quartetto d’archi, con la voce di Vanessa Tagliabue Yorke, la fisarmonica di Thomas Sinigaglia, la chitarra di Marco Bianchi, il contrabbasso del bresciano Giulio Corini, le percussioni di Valerio Galla, la batteria di Zeno De Rossi accostate ai violini di Cesare Carretta e Silvia Maffeis, alla viola di Erica Mason e al violoncello di Nicolò Nigrelli.
Il programma
«Suoneremo alcuni brani del nostro disco “Nada mas fuerte”» anticipa Ottolini, per anni presenza fissa nella band di Vinicio Capossela, nonché protagonista assoluto della scena jazz al fianco di maestri come Enrico Rava, Paolo Fresu, Jan Garbarek e moltissimi altri. «È un progetto musicale che nasce dai miei viaggi per tournée in America Latina: negli anni sono stato colpito da canzoni tutte al femminile, che mi affascinavano per diversi motivi – melodie, struttura armonica, modo di cantare – e che ho raccolto proprio perché un giorno diventassero un album».
Il disco
Le donne sono quindi protagoniste: «Il disco si apre con “Alma mia” di Maria Grever, musicista messicana che fu allieva di Debussy. Ma rendiamo omaggio anche a Chavela Vargas, altra grande voce del Messico, alla regina del fado Amalia Rodrigues, alla Cuba di Omara Portuondo, tra rumba, bachata e calypso. E nel concerto ci sarà spazio anche per miei due brani dedicati a Alda Merini e Edith Piaf».
Ottolini non suonerà soltanto il trombone e la tromba bassa, ma anche… conchiglie. «Suonare conchiglie non è un vezzo o una bizzarria per stupire, ma una pratica antichissima, spesso legata ad una dimensione rituale. Io ho iniziato a interessarmi alle conchiglie come strumento musicale grazie a Steve Turre che le utilizzava, ma naturalmente non esiste una tecnica codificata: ogni suonatore di conchiglie deve trovare il suo metodo per evocare questi suoni ancestrali e di grande fascino».
Da questa passione è nato un disco, «Sea Shell», con musica al cento percento naturale: «Nel disco non c’è nemmeno una nota artificiale, ho registrato suoni della natura dal Costarica alla Sardegna che dialogano con la voce delle conchiglie. Una ricerca musicale che racchiude anche un messaggio ambientalista: a causa dell’inquinamento, infatti, alcuni suoni rischiano di essere cancellati per sempre insieme alle specie che li producono».
I progetti
Attivissimo, Ottolini ha molti progetti anche per il 2025: «Presto registrerò un nuovo disco in trio con chitarra classica e fisarmonica e sarò impegnato con gli arrangiamenti del nuovo disco di Francesco Baccini. Ma tengo molto anche al mio lavoro di insegnante al Conservatorio di Castelfranco Veneto: in un mondo sempre più malato di ignoranza, crescere nuove generazioni di musicisti appassionati è un antidoto prezioso».
Il concerto, ad ingresso libero su prenotazione, è già tutto esaurito. A partire da mezz’ora prima del concerto sarà ugualmente predisposta una lista d’attesa.
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