Musica

Indie, risorgimentale Mille: «Il tour è il mio parco giochi»

Giulia Camilla Bassi
La cantautrice dalla voce intensa e dallo stile retrò sarà in concerto al Teatro Borsoni di Brescia il 12 luglio: sul palco in anteprima alcuni brani del nuovo album «Risorgimento»
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I talenti di Mille al Borsoni
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Prosegue la rassegna estiva «Fantasie metropolitane. Spettacoli, suoni e visioni dal mondo al Teatro Borsoni», con un cartellone ricco di appuntamenti pensati per mettere in dialogo linguaggi artistici differenti e sguardi contemporanei sul mondo. Sabato 12 luglio, alle ore 21.30, sarà la volta di Mille – al secolo Elisa Pucci – di salire sul palco dell’Arena estiva del Teatro Borsoni con una tappa del suo «Il tour c’est fantastique!» (biglietti a partire da 8 euro, acquistabili online su VivaTicket e al botteghino).

Cantautrice, attrice e musicista dalla voce intensa e dal timbro inconfondibile, Mille è già nota al pubblico bresciano per aver debuttato lo scorso anno nella stagione zero del Borsoni, nel ruolo di Mirandolina in «La locandiera - A long play». Con il suo stile retrò e la scrittura originale, torna ora in concerto per presentare in anteprima alcuni brani del suo nuovo album, «Risorgimento», in uscita in autunno: un progetto che mescola canzone d’autore, ironia e uno sguardo intimo sulle trasformazioni interiori e collettive, tra radici e nuove possibilità. L’abbiamo incontrata per parlare della sua musica.

Elisa, in questo concerto ascolteremo dei brani in anteprima dal suo nuovo album…

Sì, gli spoiler mi sono sempre piaciuti! Questo tour rappresenta un ponte tra il mio primo ep e l’album che uscirà dopo l’estate. Porterò sul palco non solo i due singoli che lo anticipano – «Il tempo, le febbri, la sete» e «C’est Fantastique» – ma anche un’anteprima di alcune cose che faranno parte del disco. Per me è un’occasione per testare i nuovi brani e, soprattutto, per soddisfare la mia voglia matta di suonare quello che sarà il mio prossimo album.

Ritroveremo qualcuno dei suoi classici?

Ci saranno i miei punti fermi, come il Telefono Pietro, e il momento in cui salgo sulle spalle di qualche malcapitato per farmi trasportare in platea a «cavacecio». Per me è puro divertimento: il concerto è il mio parco giochi personale.

«Risorgimento» è un titolo evocativo. Cosa ha voluto esprimere scegliendolo?

«Risorgimento» è una parola che racchiude in sé un tempo e uno spazio molteplici. Significa tornare alla vita, alla sorgente, ma rappresenta anche un movimento: il passaggio da una condizione a un’altra. È la fotografia dei mesi in cui ho scritto questo disco – tra settembre e febbraio – un periodo in cui mi sono lasciata attraversare dalle cose. Dal passato, il mio sguardo si è spostato verso il futuro, restando ancorato al presente. Mi è sembrata la parola giusta per raccontare le trasformazioni che ho vissuto nella mia vita privata a 360 gradi: lavoro, amore, casa. «Risorgimento» è il ritratto esteso di tutto questo, lungo l’intero disco.

Il nome Mille sembra racchiudere tutte le sue anime: cantautrice, musicista, attrice. In che modo queste diverse identità dialogano tra loro sul palco?

Ho scelto lo pseudonimo Mille un po’ di getto, ma col tempo i puntini si sono uniti: questa parola racchiude tante delle cose che amo fare e mi rappresenta davvero. Vivo il palco a mia immagine e somiglianza. È il luogo in cui riesco a mettermi a nudo, anche quando interpreto un personaggio che non sono io. Ma anche nell’interpretazione c’è sempre un fondo di verità, perché il modo in cui recito rispecchia il modo in cui vivo le emozioni. Non posso che essere autentica: tutto passa attraverso il mio filtro, quello del cuore e della mente.

Com’è tornare al Teatro Borsoni a meno di un anno di distanza dalla messa in scena de «La locandiera – A long play»?

È la prima volta che mi capita! Di solito torno nei posti in cui ho già suonato. Mi fa sorridere pensare che l’anno scorso fossi lì in veste di attrice – un ruolo piuttosto inedito anche per me. "La Locandiera" è stato il mio primo vero palco in questo senso, e tornarci oggi mi riempie di gioia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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