Finley: «Noi, icona per una generazione ribadiamo: tutto è possibile»

Nel 2002 la scena musicale italiana viveva di una sana varietà di generi (contrariamente a quanto accade oggi). Tiziano Ferro, Elisa, ma anche Subsonica, Gemelli Diversi, Velvet. Fra questi trovò spazio, e anche credito, il gruppo musicale dei Finley. Con il loro disco d’esordio «Tutto è possibile» furono il faro per un’intera generazione che si riconobbe in quei suoni più americani, punk e rock. La carriera del gruppo è continuata, e domani i Finley saranno in concerto in Castello a Brescia con «Tutto è possibile in Tour» all’interno di Epicentro Festival. Biglietti (25 euro posto unico) su welovecastello.it. Abbiamo sentito Pedro.
È appena uscito il nuovo singolo «Quello Sbagliato» con Nina Zilli. Com’è nata la collaborazione?
Nina l’ho incontrata anni fa e ho sempre seguito il suo percorso perché la ritenevo originale. In una giornata uggiosa avevamo scritto questo pezzo, ma mancava qualcosa, mancava lei. L’ho contattata e mi ha detto subito di sì. Siamo davvero felici che stia piacendo.
Nel 2002 la vostra proposta strizzava l’occhio a fenomeni oltre oceano come Green Day, come siete arrivati fin qui?
È importante preservare la propria identità, e alla lunga restare quello che si è porta la gente ai concerti, non ti snatura. I flussi musicali sono incontrollabili, ovviamente a determinare tutto ci sono i trend mondiali, ma in Italia c’è spazio anche per altro.
Sempre meno i brani restano iconici, forse le proposte sono troppo simili fra loro?
Sapere che certi nostri brani son rimasti nella memoria di molti, per noi è bellissimo. Significa aver rappresentato qualcosa per un’intera generazione. Oggi farlo è più difficile al di là del valore delle canzoni. C’è meno tempo per ascoltare, i brani durano meno, le proposte sono tantissime.
La vostra musica è durata a lungo, ma anche la band…
Ci unisce la musica, che viviamo come passione ma anche condanna: ci sono momenti difficili e momenti bellissimi. Attraversare questi momenti insieme ti rafforza non solo come singolo, ma anche come relazione. Ci hanno tenuto uniti la forte amicizia e la forte passione per questo lavoro. C’è sempre stata superficialità nella lettura del nostro progetto, i risultati ci dicono che abbiamo fatto bene a crederci.
Ci sarà una seconda partecipazione a Sanremo?
Nel 2008 siamo arrivati quinti. Potevamo fare molto meglio. Ma abbiamo portato una ballad difficile che non ci assomigliava in quel momento. Tornarci sarebbe meraviglioso, ma bisogna avere la canzone giusta.
Sicuramente sul palco, sabato, sarete a vostro agio.
Sarà una grande festa, mancano pochissimi biglietti, e l’atmosfera sarà magica. È la penultima data del tour, la prima dopo la pausa di agosto, sarà un grande modo di riprendere.
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