«Farabutti», il nuovo album di Charlie Cinelli e Lorenzo Monguzzi
È già disponibile sulle piattaforme digitali e, in copia fisica, nei negozi di dischi «Farabutti», l’album – presentato oggi su Teletutto e Radio Bresciasette nel «Magazine» di Maddalena Damini – frutto del lavoro di una coppia inedita, formata dal noto cantautore bresciano Charlie Cinelli e dal collega brianzolo Lorenzo Monguzzi, membro del gruppo Mercanti di Liquore, spesso sul palco a fianco di Marco Paolini.
Dieci brani inediti
«Ci siamo conosciuti durante la pandemia tramite Davide Vedovelli, un amico comune» ricorda l’artista nostrano di casa a Sarezzo. Da lì, accompagnati dal comune spirito giocoso, la stima reciproca sbocciata in maniera naturale è cresciuta durante esibizioni condivise sul palco, fino ad essere tradotta in dieci brani inediti dal sapore cantautorale, che abbracciano suoni etnici e riportano analisi più serie. «All’inizio, ciascuno ha rispolverato materiale dal proprio cassetto e ha cercato di combinarsi con l’altro, poi l’occasione ha portato a creare qualcosa di nuovo insieme» raccontano i due performer.
A quattro mani
In particolare, la poesia-riflessione «Dicono», sul tema delle credenze e dei luoghi comuni, è scritta a quattro mani. Allo stesso modo, narrando con ironia alla Iannacci la volontà di abbandonare la carriera di cantante per abbracciare quella di delinquente («La musica non paga più un granché, ci spinge lentamente verso il crimine») la title-track è il risultato del lavoro in tandem, che si avvale però anche della collaborazione di Adriano Sangineto e Alessandro Sipolo in sala di registrazione.
I due parolieri e compositori amanti della chitarra vengono affiancati da Stefano Vergani per incidere la divertente «Indovinello», e dal violinista Aleksandar Gajic per eseguire «Restoran Balkan» con chiari riferimenti al mondo slavo. Non mancano comunque testi che valorizzano i rispettivi territori di provenienza: basti citare il titolo di «Valtrompia» per comprendere facilmente se possa appartenere al musicista «montagnino» o quello «cresciuto a due passi dalla city», comunque accomunati dall'amore per il dialetto.
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