Musica

Estremo debutta con «Era»: «Un album tutto al femminile»

Enrico Danesi
Dopo tanti brani scritti per altri, tra i quali «Voce» di Madame, il bresciano è pronto a esordire con il suo primo progetto: «Da BigMama a Ele A, nel disco solo featuring con artiste donne»
Estremo con BigMama e Nahaze nel video di «Più ne voglio»
Estremo con BigMama e Nahaze nel video di «Più ne voglio»
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Il suo nome è diventato noto nel 2021, quando Madame incantò Sanremo con «Voce», brano al quale Estremo ha offerto un sostanzioso contributo, replicato quest’anno (sempre all’Ariston), con «La rabbia non ti basta», interpretata da BigMama. Domani il musicista, dj e producer bresciano Estremo (al secolo Enrico Botta), ventisettenne originario di Gussago, pubblica il suo album d’esordio «Era», che verrà presentato in anteprima in uno showcase al Gate di Milano, per essere poi disponibile su tutte le piattaforme digitali. Annunciato da un titolo che si presta a più letture, «Era» è disco dalle sonorità elettroniche ed urban che contiene brani con featuring tutti al femminile. Abbiamo parlato con lui del lavoro.

Enrico, gettiamo luce sul titolo, «Era»: come dobbiamo interpretarlo?

«Nasce come immagine della dea Era (sposa di Zeus, sovrana dell’Olimpo, ndr), che tra le altre cose è la divinità del sodalizio, e dunque vuol fornire la visione evocativa di tutte le collaborazioni che hanno portato alla realizzazione del disco. Ma si riferisce anche al periodo storico, con l’idea del punto d’inizio e di fine, che ho esplicitato nel trailer di lancio: questo perché l’album è stato un momento tutto mio, che ho deciso di prendermi, dedicandomi del tempo per fare qualcosa a cui tenevo veramente, fuggendo dal dinamismo vertiginoso della quotidianità».

I featuring sono tutti al femminile…

«Sono partito proprio da quell’idea: il concetto alla base del progetto era di fare un album con voci soltanto femminili. Per motivi legati al mio vissuto, mi sono ritrovato a collaborare soprattutto con artiste. Immaginando questo progetto ho allora pensato di declinarlo esclusivamente al femminile, anche perché mi sembrava una prospettiva innovativa. Non ho lavorato in maniera autonoma ai brani, presentandoli poi in corso d’opera o addirittura finiti alle artiste coinvolte (BigMama, Francesca Michielin, Rizzo, Caro Wow, Ele A, Epoque, Eva Bloo, Fluente, Gaia, Mew e Nahaze, ndr): esse hanno invece partecipato da subito al processo creativo. La scelta dei nomi nasce a livello personale ancor prima che su un piano professionale».

Nel disco c’è un pezzo intitolato «Milano», col featuring della molisana (Alessandra) Rizzo. Che rapporto ha con la città nella quale si è trasferito nel 2021?

«Milano è più una necessità che una scelta: il mondo della musica è Milano-centrico, e stare qui è quasi un obbligo, per la collaborazione diretta con gli artisti. Ma quando posso, mollo Milano e torno a Gussago: adoro la Franciacorta, i laghi bresciani, le montagne e le colline, lo sport (Estremo ha un passato da rugbista, ndr). Mi auguro che il futuro sia più bresciano che milanese…».

A proposito di futuro: lo vede pieno di musica?

«La musica è stata una costante nella mia vita fin dalle scuole medie. È stata una passione e un hobby per anni (anche quando facevo il grafico, dopo l’Accademia di Belle Arti), è diventato un lavoro a tempo pieno solo di recente. Il mio obiettivo è vivere di musica, facendo però la musica che mi piace, con un’identità sonora forte, lavorando in maniera artistica e non industriale. Non credo che riuscirei a fare diversamente e… spero che questo non accada mai».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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