Musica

Enrico Rava: «La musica jazz è precarietà, un salto nel vuoto»

Giacomo Baroni
Il grande jazzista sarà al Teatro Grande sabato 9 novembre con i Fearless Five per la charity night della Fondazione Banco dell’Energia: l’intervista
Enrico Rava - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Enrico Rava - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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«Quando si suona non è garantito che le cose funzioneranno come devono. Ogni giorno è un’incognita e fare il musicista, in particolare di jazz, è una cosa di una precarietà totale in tutti i sensi. Un vero salto nel vuoto. Per fare questo mestiere, che in realtà è un piacere, bisogna non aver paura».

Enrico Rava, una delle più grandi stelle del jazz italiano, sarà in concerto sabato 9 novembre alle 20 al Teatro Grande per la charity night della Fondazione Banco dell’Energia, il cui ricavato sarà destinato a favore delle persone in situazioni di vulnerabilità economica e sociale, con particolare attenzione alla povertà energetica.

In quasi settant’anni di carriera, Rava si è fatto apprezzare per uno stile personale e distintivo, collaborando con artisti di assoluto livello nel panorama internazionale come Gato Barbieri, Steve Lacy o Michel Petrucciani ma anche dando fiducia a musicisti che sarebbero diventati a loro volta nomi di primo piano (basti citare Stefano Bollani e Gianluca Petrella). Anche stavolta, Rava porta sul palco un quintetto di giovani talenti «senza paura», i Fearless Five, con Matteo Paggi al trombone, Francesco Ponticelli al contrabbasso, Evita Polidoro alla voce e alla batteria e Francesco Diodati alla chitarra.

«Penso che con i musicisti giovani lo scambio sia reciproco», racconta il trombettista triestino, che ad agosto ha spento ottantacinque candeline, e che abbiamo intervistato in avvicinamento alla data del concerto bresciano. «Mi tengono in contatto con ciò che succede in giro. Però l’età non conta, chiamo chi penso possa fare un bel viaggio insieme a me».

Il concerto è organizzato dalla Fondazione Teatro Grande e dalla Fondazione Banco dell’Energia in collaborazione con A2A; i biglietti sono acquistabili anche online sul circuito Vivaticket (platea e palchi I, II e III ordine 25 euro, palchi IV ordine e I galleria 20 euro, II galleria 15 euro, per info: 030.2979333, biglietteria@teatrogrande.it).

Enrico Rava, suonare richiede comunicazione e fiducia. Come sceglie i musicisti per i suoi progetti?

Devono essere bravi ma soprattutto avere una visione della musica simile alla mia, dobbiamo capirci al volo. Molto spesso nei concerti di all star americane tutti fanno assoli splendidi ma non c’è una visione comune, la musica diventa una gara atletica. Io ho bisogno di un dialogo, di costruire qualcosa insieme. Un affresco in cui ognuno mette il suo contributo. Trovare musicisti con queste caratteristiche non è facile. Ho avuto la fortuna per più di trent’anni di tenere un seminario a Siena Jazz, così ho incontrato artisti straordinari che altrimenti non avrei mai conosciuto. L’Italia ha questo problema, forse un’eredità dell’epoca dei comuni: ogni città ha una sua scena isolata.

Che scaletta proporrete al Teatro Grande?

Suoneremo pezzi dal mio repertorio, alcuni datati, altri recentissimi. A volte sono gli stessi musicisti a proporli, io vado a recuperarli e mi rendo conto che restano attualissimi, non sono invecchiati per niente. La musica che ho fatto è sempre stata solo mia, non mi sono mai accodato alle mode e questo rende i miei brani senza tempo.

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