Elio live a Brescia: jazz, cabaret e tributo a Jannacci

Da Jannacci a Jannacci… e amici. Dopo il successo di «Ci vuole orecchio», Elio - al secolo Stefano “Elio” Belisari, frontman degli Elio e Le Storie Tese - si cimenta da solista con «Quando un musicista ride». Lo spettacolo, organizzato da Zed, è in programma sabato 15 febbraio alle 21.15 al teatro Clerici di via San Zeno a Brescia (pochi biglietti ancora disponibili su Ticketone, da 30 euro).
Come nel recente passato, il poliedrico artista milanese affida quindi al nuovo show un titolo che riprende un brano del celebre Enzo - suo concittadino - e rispolvera analoghi cantautori del periodo, che proponevano brani divertenti e scanzonati.
Elio, nonostante la sua infinita carriera, non smette di mettersi in gioco: cosa ci aspetta stavolta?
Ho sempre coltivato l’idea di dare un personale tributo ad Enzo Jannacci, ma mai avrei pensato in un riscontro così positivo per «Ci vuole orecchio» negli ultimi tre anni. Con la stessa squadra dietro le quinte (tra cui il regista Giorgio Gallione, ndr), abbiamo dunque costruito una “puntata numero 2” di quello spettacolo, restando nello stesso ambito e ampliando lo sguardo al mondo milanese di quei tempi, fra musica e cabaret.
Può essere più preciso?
Certo, riarrangiati in stile jazz da Paolo Silvestri e accompagnato da giovani virtuosi (Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Matteo Zecchi al sax e Giulio Tullio al trombone, ndr), proporrò brani di Giorgio Gaber, Cochi e Renato, I Gufi e altri colleghi dello stile irriverente in auge negli anni Sessanta.
Artisti, questi, che immaginiamo abbiano lasciato in lei un segno particolare…
Beh, sono cresciuto con loro e sono diventati il mio riferimento. Al di là di questo, è interessante riscoprire oggi come i loro lavori non siano invecchiati e i contenuti suonino attuali, quasi dai tratti futuristici: per chi li conosce già è come sentirli per la prima volta e per chi non è attempato sembreranno scritti nel 2025. Questi, almeno, i riscontri ricevuti finora dal pubblico.
Già, il pubblico: da anni sul palco, che rapporto ha con chi è “giù dal palco”… e con il teatro?
Il teatro ha un grande valore da millenni: a stretto contatto con gli spettatori, ricopre un’attività sociale, in formato più intimo rispetto ad eventi con grandi numeri. Mi ci sono avvicinato per curiosità con Lina Wertmüller e Luciano Berio. Da allora è cambiato poco: avviene sempre un piccolo miracolo irripetibile, tanto da convincere gli Elii (i componenti della band Elio e Le Storie Tese, ndr) a programmarvi i concerti del tour «Mi resta un solo dente e cerco di riavvitarlo». Sono stati poi entusiasti dell’inedita esperienza.
Per chiudere, una curiosità: la data dello show a Brescia coincide con la finale di Sanremo, con cui vanta quattro edizioni in gara e una come conduttore del Dopofestival. Pura casualità?
Onestamente non ci avevo pensato (sorride, ndr). Vabbè, è un motivo in più per non seguire un appuntamento a cui ero legato per la mia insana “attrazione malata per le cose brutte”. Sparita questa, ora prevale solo la noia verso la kermesse. Quella sera preferisco dunque esibirmi a Brescia, città che ho imparato a conoscere e di cui s’ignora spesso la grande bellezza.
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