Musica

Cristiano De André: «Voglio far conoscere Faber ai giovani»

Enrico Danesi
Il cantante si esibirà giovedì 7 a Edolo: «Nelle opere di mio padre si ritrovano giustizia e bellezza, e la risposta a tante domande»
Cristiano De Andrè - © www.giornaledibrescia.it
Cristiano De Andrè - © www.giornaledibrescia.it
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Non è facile confrontarsi quotidianamente con un mito, tantomeno se sei suo figlio. Ma se c’è qualcuno titolato ad affrontare e portare in giro con pieno diritto il repertorio di Fabrizio De André, costui è il figlio Cristiano.

Che infatti ha dedicato alla produzione del genitore ben quattro dischi in carriera (tra il 2009 e il 2023), riarrangiando personalmente i pezzi originali di Faber; ora ha selezionato il meglio («Il meglio secondo me» ha precisato) di quelle rivisitazioni per il tour «De André canta De André - Best of Estate 2025», che domani sera approda a Edolo, per il Vallecamonica Summer Sound organizzato dal Cipiesse: appuntamento alle 21, in piazzale Foro Boario (biglietti da 30 a 45 euro, info su www.cipiesse-bs.it).

Il progetto del tour

Lo stesso Cristiano, nato a Genova nel 1962 e che da tempo vive parecchi mesi all’anno in Sardegna, ha voluto entrare nel dettaglio della sfida affrontata, prima con le registrazioni e ora sul palco: «È stato un lavoro meticoloso, fatto con grande attenzione, amore e rispetto». Ha poi svelato la genesi del progetto: «Mio padre avrebbe voluto fare un nuovo tour, dopo quello di ‘Anime salve’ (disco sublime, pubblicato nel settembre 1996, poi oggetto di alcuni concerti dedicati, ndr), con nuovi arrangiamenti per i suoi brani; e pensava di dare a me il compito di farlo. Ci stavo già lavorando, eravamo ancora in tour insieme... ma poi purtroppo è successo quello che sappiamo. Dopo qualche anno dalla sua scomparsa, ho deciso di portare avanti questo suo desiderio, rifacendo una quarantina di suoi brani, pubblicati in momenti diversi in quattro dischi. Mi è sembrato giusto, e mi sembra tutt’oggi naturale cantare mio padre, per dare anche alle nuove generazioni la possibilità di sentire le sue opere dal vivo».

Quindi De André si focalizza sull’attualità delle canzoni del genitore, sulla loro capacità di parlare a uomini e donne del Duemila: «Chiunque può trovare nelle sue opere più di una risposta alle proprie domande. Può imparare a riconoscere meglio il bene dal male, il torto dalla ragione, a scovare l’ipocrisia e a trovare giustizia e bellezza. L’arte alta è difficile che possa essere scalfita dai segni del tempo: anzi, credo proprio che diventi atemporale».

Contro la censura

Proseguendo, il cantante, autore e polistrumentista, punge il potere che censura: «Ci stanno sottraendo l’arte, la cultura, la poesia, l’informazione, le uniche possibilità di libertà e di riscatto che ci sono rimaste. Il potere mira proprio a questo, a dividerci e a metterci l’uno contro l’altro». La chiosa di Cristiano De André è per presentare i compagni d’avventura, un mix calibrato di conferme, ritorni e novità: «Per portare sul palco il meglio del repertorio che ho affrontato finora, sarò affiancato dai miei inseparabili musicisti: Osvaldo di Dio alle chitarre e Davide Pezzin al basso. Alle tastiere tornerà Luciano Luisi, mentre alla batteria nuova energia con Ivano Zanotti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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