Musica

Il bresciano Pedretti firma la prima italiana delle nuove Ciaccone di Bach

Enrico Raggi
L’organista ha suonato nel Santuario di Santa Maria Bambina, all’interno dell’Istituto Santa Maria di Nazareth dei Padri Piamartini a Brescia
Enzo Pedretti all'organo Tamburini del Santuario di Santa Maria Bambina - © www.giornaledibrescia.it
Enzo Pedretti all'organo Tamburini del Santuario di Santa Maria Bambina - © www.giornaledibrescia.it
AA

Aveva ragione Beethoven, quando diceva che Bach (in tedesco, ruscello) dovrebbe chiamarsi oceano. Sono freschissime due nuove attribuzioni ufficiali, alle sue Ciaccone BWV 1178 e 1179, arrivate dopo le lunghe e accurate ricerche dell’Archivio Bach di Lipsia diretto da Peter Wollny.

I due brani hanno avuto la loro prima esecuzione italiana assoluta pochi giorni fa a Brescia, sull’organo meccanico Tamburini 1979-Inzoli Bonizzi 2016 del Santuario di Santa Maria Bambina, all’interno dell’Istituto Santa Maria di Nazareth dei Padri Piamartini, in città, affidate al giovane organista bresciano Enzo Pedretti, poco più che ventenne, ora di base in Germania, dove studia, dopo aver frequentato il «Marenzio» di Brescia. Le due registrazioni sono disponibili su YouTube.

La performance di Pedretti segue di una settimana la prima mondiale tenuta a Lipsia da Ton Koopman, alla presenza del Ministro per la Cultura della Germania Wolfram Weimer e del sindaco di Lipsia Burkhard Jung.

«Ho lavorato giorno e notte – spiega Pedretti –: ho confrontato i due manoscritti bachiani con il materiale edito disponibile, me le sono trascritte e le ho suonate a memoria, durante la veglia funebre di un Padre Piamartino grande appassionato di musica, al cospetto dei fedeli accorsi e dei suoi confratelli. Mi sono avvalso dell’aiuto fonico dell’amico Enrico Sandrini, organista di Gardone Valtrompia».

Come ha operato?

Di quelle due opere erano disponibili due sole stampe, una purtroppo inaffidabile e un’altra datata 1986, ma non attribuita a Bach e presto ritirata dal commercio, con un paio di errori nel basso continuo che ho corretto nella mia versione. Mi sono consultato con i maestri Giorgio Benati e Jürgen Essl, e altri colleghi di Stoccarda, per avere un quadro più attendibile e completo. Ho cercato di restituirne inventiva, spirito, gusto, con appropriate ornamentazioni aggiunte, articolazioni, pronuncia. Ora è scattata la corsa alla registrazione: sul web se ne trovano solo due, fatte in privato, una in Francia e una in Polonia.

Che opere sono, queste ora attribuite a Bach?

Le due Ciaccone, emerse nel 1992 dalla Libreria Reale di Bruxelles, erano state assegnate al catalogo di un autore minore, Johann Christoph Graff, e perciò sottostimate e trascurate. La scrittura rivela lo stile di un Bach giovanile, composto e fiammeggiante, severo e disinvolto, pieno di strutture imitanti e di densità contrappuntistica, che si rifà a esempi della scuola barocca tedesca del Nord: penso alle Partite di Johann Adam Reincken e di Buxtehude.

Ripeterà il concerto per il pubblico bresciano?

Sì, la sera del 26 dicembre ripropongo in un concerto pubblico, al Santuario di Santa Maria dei Miracoli di Corso Martiri della Libertà, le due Ciaccone, insieme ad altri capolavori bachiani.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...