Cultura

Murray colpevole della morte di Jacko

Il dottor Conrad Murray è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo involontario per la morte di Michael Jackson.
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Il dottore Conrad Murray, medico curante di  Michael Jackson, è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo involontario per la morte di Jacko, morto il 25 giugno 2009 per un’iniziezione letale del potente anestetico, il Propofol.

La giuria popolare, dopo nove ore di camera di consiglio, si è espressa all’unanimità contro Murray che rischia ora una condanna fino a 4 anni di carcere. Il giudice Michael Pasto,r al termine della lettura del verdetto, ha ordinato che il dottor Murray fosse ammanettato e trasferito in cella fino a quando non sarà fissata la pena detentiva, momento successivo alla sentenza di colpevolezza negli Stati Uniti.

 Il pronunciamento della giuria è stato accolto con grida di giubilo in aula e all’esterno del tribunale. Impassibile invece Murray.  La madre della popostar, Katherine e il padre Joe, erano in aula per udire la sentenza. Oltre alla condanna fino a 4 anni Murray rischia di essere bandito dall’esercizio della professione medica
 
 David Walgren, avvocato dell’accusa nel suo discorso conclusivo aveva affermato che il caso è «abbondantemente chiaro», e le prove presentate durante il processo sono schiaccianti: Murray ha agito in maniera negligente, amministrando al cantante un farmaco che è un anestetico chirurgico e che dovrebbe essere somministrato solo in ospedale.

Ed Chernoff, avvocato della difesa, nella sua arringa difensiva, aveva invece ribadito che era la stessa pop-star, e non Murray, da considerare responsabile di quanto accaduto, perchè sarebbe stato lo stesso Jackson a iniettarsi il Propofol.

Durante le sei settimane di udienze, testimoni dell’accusa e difesa hanno ribadito le loro ipotesi su un caso che rimane comunque di difficile lettura. Particolarmente toccanti sono stati i momenti in cui sono state mostrate le immagini del corpo nudo e magrissimo della pop star sulla tavola dell’obitorio, prima dell’autopsia, e la voce, registrata sul telefono dello stesso Dottor Murray, di Jackson. Una voce impastata e tremante che fantasticava sul suo ritorno sulle scene. Testimone chiave del processo è stato Kenny Ortega, il regista dei concerti che si sarebbero dovuti tenere a luglio a Londra, che ha parlato in particolare dei giorni delle prove, giorni nei quali Jackson alternava momenti in cui stava bene con altri in cui il suo fisico indebolito non era in grado neppure di stare in piedi.

Altra testimonianza importante è stata quella del medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo del cantante. Secondo Christopher Rogers infatti non era possibile che Jackson si fosse iniettato o avesse ingerito da solo la dose di Propofol.

I giudici popolari hanno accolto proprio quesa tesi.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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