Cultura

Moro: martedì la presentazione del libro di Tonino Zana

Appuntamento alle 18 all’auditorium di Confartigianato in via Orzinuovi
Politici. Aldo Moro accanto a Benigno Zaccagnini
Politici. Aldo Moro accanto a Benigno Zaccagnini
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Il libro di Tonino Zana «Aldo Moro. La congiura dei mediocri» sarà presentato martedì alle 18 all’auditorium di Confartigianato in via Orzinuovi 28. Con l’autore interverranno il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, il procuratore della Repubblica Antonio Chiappani, lo storico ed ex primo cittadino di Brescia Paolo Corsini ed Eugenio Massetti, editore del volume con la sua Compagnia della Stampa. Coordina Nunzia Vallini, direttore del Giornale di Brescia.

«Per tutti noi è stata una eco di guerra, il giorno di una maledizione, la sconfitta di tutti, di una comunità nazionale». Così scrive Zana, ritornando sui giorni del sequestro e dell’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, un dramma del quale si celebra quest’anno il quarantesimo anniversario. Il volume è la riflessione addolorata di un giornalista che ha letto tutte le carte del «caso Moro», incontrato le persone toccate da questa tragedia, visitato i luoghi in cui si svolsero i fatti. L’accusa.

Quello di Zana è anche un atto d’accusa contro i «mediocri»: «Tutti coloro che non hanno operato a sufficienza, si sono girati da una parte, hanno percorso una strada fissamente, hanno omesso di intervenire. Intendo - prosegue il giornalista nel libro - chi scelse lo Stato invece della Persona, l’astrazione di un’ideologia anziché il sangue pensante delle regole, dei diritti e dei doveri pulsanti nel corpo della Persona».

Tra essi, e per primi, i terroristi delle Brigate Rosse, «i colpevoli assoluti e unici del progetto di morte e di eversione». Quindi chi praticò, spesso in silenzio, «l’equidistanza tra lo Stato e l’anti Stato». Ma anche chi commise l’«errore disumano» di non trattare a sufficienza per la vita dell’onorevole Moro. «Ripenso a quei giorni e concludo, ora come allora, che non abbiamo avuto giusta compassione per Moro, altrimenti l’avremmo riportato a casa». È iniziata allora, invece, la crisi dei partiti che avrebbe portato alla fine della prima Repubblica, «l’inizio di una discesa verso un abisso sempre in movimento».

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