Cultura

Misteri di molte vite oltre la soglia del futuro

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Studia violino e armonia e appena può affronta la pagina bianca, la colma di storie provenienti dal pianeta dell'invenzione mista a strutture realistiche.
La musica e la scrittura diventano la coltivazione del sogno, l'azione della fantasia. In «Oltre la soglia», somma di storie che diventano mosaico di un saggio romanzato, tra surrealismo e vita, Massimiliano Gelmi affronta, a soli 16 anni, il corpo della giornata.
«Oltre la soglia» si compone di vicende lunghe poche pagine ciascuna e insieme si strutturano in una «cosa» letteraria abbastanza nuova, al limite tra cielo e terra, gioia e angoscia.

Cominciamo dal fondo, dalla «Voragine». L'autore si dispone su uno spazio sanguinario. Alle 18 di un pomeriggio viene prelevato da quattro guardie slave armate fino ai denti. Aguzzini. Il finale è di un patriottismo maturo: «Civili senza colpa, non più fascisti o comunisti, non più repubblichini o partigiani, non più "amici" o "nemici", ma Italiani. Solo italiani».
Tutto comincia con la «Condanna di un popolo»: «Le persone per le quali nutro una minore simpatia sono, senza ombra di dubbio, quelle che confondono Ludwig van Beethoven con un San Bernardo...».

Il giovane Gelmi ama il paradosso, lo liscia davanti e dietro, lo schiaffeggia e lo carezza, infine lo consegna a una tragicità della storia di cui assapora un'idealità non nascosta. «Un giorno il signor M. morì». L'attacco del racconto, «La scelta», è calviniano, breve, secco, micidiale. La vita in una riga. Ecco la «Discarica delle automobili», «La Metamorfosi». Insomma non è un testo da lasciare sulla scrivania. È un libro meritevole di essere agitato, non esaltato, non sminuito. Un libro con futuro. Ora vediamo cosa scriverà o sta scrivendo il giovane scrittore bresciano. Lo aspettiamo presto. Non può rimanere fermo con tutto questo sangue ribollente nelle righe e una fantasia fervida e una conoscenza non leggera della cronaca e della storia. Con la raccomandazione di noi vecchi: attento, Massimiliano, adesso arriva il bello, passata la svolta della primizia, la scrittura dispone trappole furbe e non c'è scampo se non ci si inginocchia all'umiltà e all'amore per l'ignoto. Avanti, amico!
Tonino Zana

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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