Cultura

Mario Cecchi Gori, da... Brescia a Hollywood via Firenze

Prende il via oggi la rubrica «Un bresciano al giorno»: figure della brescianità raccontate dai sagaci ritratti del vignettista Luca Ghidinelli
Mario Cecchi Gori nell'interpretazione di Luca Ghidinelli - © www.giornaledibrescia.it
Mario Cecchi Gori nell'interpretazione di Luca Ghidinelli - © www.giornaledibrescia.it
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«Accadde oggi» cambia pelle e si fa per così dire più bresciano. Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori potranno con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Chiariamolo da subito. Il protagonista di questa prima puntata è toscanissimo, meglio fiorentino. Ha un po' il sapore di una provocazione l'esordio di questa nuova rubrica dedicata alla brescianità con un'apparente contraddizione. Eppure tale non è, se si considera che Mario Cecchi Gori, mitico produttore cinematografico e presidente della Fiorentina, scomparso il 5 novembre 1993 (28 anni fa come oggi), deve i suoi natali proprio a Brescia. Le ragioni non sono note, quantomeno al grande pubblico, ma è possibile che sia da ricondurre alle vicende degli anni travagliati dell'immediato dopoguerra (il primo): il padre dell'omonimo colosso cinematografico - che lo portò da Cinecittà a Hollywood - era infatti nato a Brescia il 21 marzo 1920, pochi mesi dopo la smobilitazione del primo conflitto planetario. E chissà che il papà - il cognome è indubitabilmente toscano - non fosse di stanza nella nostra città.

Questo non si sa, ma è bello credere che l'uomo che seppe costruire - partito da semplice autista di Dino De Laurentiis - un successo imprenditoriale nel mondo della celluloide, conservasse qualche grammo di brescianità nel suo gusto del fare. Lo stesso che lo condusse a produrre centinaia di film, tra i quali grandi successi che hanno segnato la storia del cinema: su tutti «Il sorpasso» (1962) che ne decretò il successo. Innumeri le collaborazioni con giganti della cinematografia come Dino Risi, Damiano Damiani, Ettore Scola, Federico Fellini, Mario Monicelli e Carlo Verdone.

La passione per il calcio lo condusse alla guida della Fiorentina, che conservò fino alla morte, avvenuta a Roma nel 1993: gli succedette, alla presidenza dei Viola come alla guida della casa di produzione di famiglia il figlio Vittorio.

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