Cultura

Maria Miceli balla con il casco che cambia la regia teatrale

La bresciana Maria Miceli ha provato in anteprima dispositivo per spettatori da remoto, che permette di comandare la regia dal divano
La bresciana Maria Miceli
La bresciana Maria Miceli
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Un casco che viene dalla Russia, che dovrebbe stare nello spazio e che invece sta fra le poltrone di un teatro: è una bresciana, Maria Miceli, ad aver provato in anteprima e con finalità di collaudo il casco con integratore binoculare multisensore su tecnologia aerospaziale Sukhoi, che potrebbe fornire una nuova modalità di fruizione dello spettacolo dal vivo. Che, però, non sarà più dal vivo, ma da casa.

Il casco viene applicato ad un manichino in platea: combinando immagini a corto e lungo raggio e geolocalizzando il punto osservato, permette di comandare la regia dal divano, osservando ciò che accade sul palco direzionando la visione.

L’azienda è russa, ma hanno chiesto ad una ballerina bresciana di creare coreografie che il casco potesse seguire. Lei è Maria Miceli, artista poliedrica, e l’abbiamo intervistata.

Maria, lei è di Brescia ma gira il mondo
Esatto, nasco come ballerina classica, ma fin da giovanissima mi sono buttata su cose più commerciali e televisive. Ho lavorato in Africa, Turchia, negli Emirati, a Parigi, in Albania... Viaggiare e confrontarmi con altre culture mi arricchisce a livello artistico. Spero di continuare a farlo nonostante la pandemia.

Come è arrivata a lei la JSC Sukhoi Company?
È stato il prof. Michele Torreggiani a mettermi in contatto con i russi. Credo si siano rivolti a me perché ho un’esperienza variegata: ballerina, coreografa, modella. Ho un approccio artistico internazionale e danzo diversi stili. Sono una professionista «tutto in uno», praticamente.

Come avete sperimentato questa nuova tecnologia?
È stato allestito uno studio a Milano. Gli ingegneri hanno posizionato i visori sul manichino in platea, e poi li manovravano. Ho usato, per il progetto, coreografie nuove e di repertorio, proponendo lavori sperimentali perché mi piace provare cose nuove. Questa tecnologia permette di coinvolgere più tipi d’arte: si possono osservare da lontano performance di ballerini, acrobati, maghi, cantanti, violinisti, illusionisti. In questo momento il casco offre una bella prospettiva per non far morire il nostro settore. Ad oggi non abbiamo date certe di riapertura e chissà come andrà. Dunque, si fa quel che si può.

Quali saranno le applicazioni pratiche nel mondo dello spettacolo?
Non sono ingegnere, quindi non so dare risposte tecniche, ma è una rivoluzione dal punto di vista della trasmissione. A differenza della regia tv o teatrale, qui il regista diventa lo spettatore che direziona lo sguardo come se fosse in teatro, zoomando o concentrandosi su dettagli che dal vivo vedrebbe sfocati. È un sesto senso tecnologico che rende tutto più vivo. I visori permettono inoltre la visione notturna:  si possono esplorare nuove messe in scena con ballerini (o performer) che si muovono al buio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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