Cultura

Manuale del capo secondo Napoleone

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Nel 1917 Jules Bertaut pubblicò un piccolo libro che aveva un titolo molto suggestivo: "Manuale del capo. Aforismi". Era una raccolta di pensieri brevi, talvolta brevissimi, di Napoleone Bonaparte sulla guerra, la finanza, l'arte, sui costumi, sulla politica, sulla natura dei francesi, sull'arte del comando, sui principi che devono ispirare i governanti. Già allora le raccolte dei pensieri di Napoleone (foto) superavano quelle di ogni altro personaggio. La ragione del fascino esercitato dall'imperatore l'ha spiegata molto bene Henry Houssaye quando si chiedeva: "Che cosa bisogna ammirare maggiormente in Napoleone, il potere dell'immaginazione o le capacità di realizzazione?" Entrambe, verrebbe da dire, perché nel capo dei francesi i progetti più grandiosi non erano mai disgiunti dalla visione concreta della realtà e da un sicuro giudizio sugli uomini.

"Gli uomini che hanno cambiato il mondo non ci sono mai arrivati cambiando i capi, ma smuovendo le masse". Un compito, quest'ultimo, destinato agli eletti, non ai mediocri. "Bisogna essere completamente estranei alla natura del genio - aveva affermato in un'altra circostanza - per credere che questo si lasci schiacciare dalle regole. Le regole sono fatte per la mediocrità". L'imperatore si riteneva senza dubbio un genio, adatto a svolgere la funzione di capo indiscusso. Ma c'è una frase che rivela il suo realismo: "Non si può guidare un popolo se non gli si mostra un avvenire". Incanalato nella democrazia, non sarebbe un giusto ammonimento anche per l'oggi?

Giovanni Vigo

MANUALE DEL CAPO. AFORISMI

Napoleone

Einaudi - 103 pagine, 12,00 euro

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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