Cultura

Luciano Bertoli: «Don Mazzolari e la preparazione della pace»

Elisabetta Nicoli
Lo spettacolo di stasera, giovedì 10 aprile, che si terrà al Delle Ali di Breno è dedicato al parroco di Bozzolo, che ha avuto legami con la terra bresciana
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Il comandamento di don Primo Mazzolari
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Di armi e di pace parlava la lettera indirizzata a don Primo Mazzolari da un gruppo di giovani, in buona parte bresciani, nell’estate del 1950, in piena guerra fredda.

Da quella sollecitazione sempre e più che mai attuale, riportata in apertura al libro del parroco di Bozzolo «Tu non uccidere», prende spunto l’attore e regista Luciano Bertoli per richiamarne l’esempio e le parole, nello spettacolo previsto a Breno, al Teatro delle Ali per il ciclo «Divina Umanità», questa sera, giovedì, alle 20.30: «Quinto non uccidere. Vita e pensiero di Don Primo Mazzolari» (info.delleali@gmail.com).

Il parroco di Bozzolo è figura centrale del cattolicesimo italiano del Novecento. Le sue riflessioni sul Vangelo, in passato osteggiate anche all’interno della gerarchia cattolica, erano anticipatrici di una visione che avrebbe trovato riconoscimento nel Concilio Vaticano II. Nato nel paese del Mantovano nel 1890, don Primo Mazzolari mantenne legami con la terra bresciana, sia per gli anni giovanili a Verolanuova e per il tempo vissuto in clandestinità a Gambara nel 1944; sia per consonanze e idealità condivise.

All’ideatore e interprete dello spettacolo abbiamo rivolto alcune domande.

Luciano Bertoli, come è nato questo progetto?

Mi hanno sempre affascinato gli uomini capaci di cambiare con coraggio la loro esistenza in relazione a ciò che succede intorno. Don Mazzolari era stato interventista durante la prima guerra mondiale e poi, con un intenso percorso di pensiero, ha elaborato la convinzione della necessità di preparare la pace per avere la pace. La condanna della guerra. Lo spettacolo era stato ideato per il Festival della Pace: viene riproposto a Breno in una forma rielaborata, con elementi di novità.

A quali fonti attinge questa proposta rinnovata?

Nell’incipit del libro «Tu non uccidere» si fa riferimento ai quesiti di alcuni giovani, alcuni dei quali sarebbero diventati in seguito uomini di spicco nella cultura a Brescia. Prendo spunto da quel momento e poi mi soffermo in particolare, per questa replica, sul libro del postulatore della causa di beatificazione, don Bruno Bignami che, sotto il titolo «La pace. Adesso o mai più», riunisce altri scritti di don Mazzolari. Contiene anche aspetti meno conosciuti, che mi hanno indotto a rivedere il testo dello spettacolo, per una maggior completezza. In più, ho fatto ricorso a lettere e testimonianze. In scena sarò accompagnato da Giovanni Colombo che, al pianoforte, proporrà alcune canzoni in tema.

Quale ritratto emerge del sacerdote?

Mi sono riproposto di far trasparire l’uomo, attraverso le sue parole: la coerenza, che ha pagato di persona; la sua capacità di incarnare la fede nella società del tempo, schierandosi con i contadini del Po in lotta per la giustizia e con la Resistenza negli anni del fascismo. Trovo una sintonia tra don Primo Mazzolari e don Milani, che riconosceva come uniche armi quelle del voto e dello sciopero. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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