Cultura

L'Hip Hop compie mezzo secolo, a Brescia è esploso dagli anni Novanta

Marco Garda di «Made in Brescia» racconta l’evoluzione locale e l’attività con gli studenti
Davanti, Maniac e Ricky. Poi, da dx, Fortu, Khaled, Jail e, con la mazza, il Bera. Dietro a tutti Hakeem. Sono tra i precursori dell’Hip Hop bresciano © www.giornaledibrescia.it
Davanti, Maniac e Ricky. Poi, da dx, Fortu, Khaled, Jail e, con la mazza, il Bera. Dietro a tutti Hakeem. Sono tra i precursori dell’Hip Hop bresciano © www.giornaledibrescia.it
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L’Hip Hop compie mezzo secolo. È stato infatti il Senato americano (come approfondiamo nell’articolo a fianco) ad ufficializzare la data dell’11 agosto 1973 come quella di nascita di questo fenomeno non solo musicale.

A sua volta, il termine Hip Hop viene attribuito ad Afrika Bambaataa, fondatore della Universal Zulu Nation, l’associazione che ancora oggi definisce le linee guida etiche per i giovani che vogliono approcciarsi a questo movimento. Valori in netto contrasto con i messaggi di odio ed esaltazione della ricchezza veicolati dalla «Gangsta rap» e dal «Bling bling rap». A spiegarlo è Marco Garda, in arte DJ Beat, presidente di «Made in Brescia», sodalizio nato nel 2008 come gruppo di lavoro e che, trasformatosi in associazione culturale nel 2020, da sempre si impegna per divulgare, appunto, la cultura Hip Hop delle radici, aiutando le nuove leve a crescere artisticamente e umanamente, anche attraverso collaborazioni e progetti educativi rivolti ai giovani.

A Brescia

Dagli States l’Hip Hop è sbarcato in Europa e nelle principali città italiane, come Milano, Torino, Roma e Bologna. A Brescia è esploso nei primi anni Novanta. L’equivalente bresciano del party organizzato da Kool Herc l’11 agosto 1973 al 1520 di Sedwick Avenue potrebbe essere individuato nel volantino dal titolo «È il nostro momento», distribuito in un centinaio di copie da Hakeem e Vorce, una sera d’estate, durante la festa di Radio Onda d’Urto, con l’obiettivo di entrare in contatto con altri appassionati delle quattro discipline che costituiscono il genere: rap, djing, breakdance e writing.

L’iniziativa sortisce l’effetto desiderato. Hakeem e Vorce conoscono un gruppo di ragazzi che si incontra regolarmente nella zona di Brescia Due, sotto i portici dell’allora Credito Agrario Bresciano. I nuovi amici sono Kidd, Leo, Cecco, Druido, Betty e Ketty, con i quali formano il primo nucleo della Confraternita Artisti Metropolitani (Cam).

Le origini e l’evoluzione (sino ai giorni nostri) della scena Hip Hop a Brescia sono raccontate in un libro di Simone Nasti, dal titolo «Das BS with the real Hip Hop. Appunti per una storia dell’Hip Hop bresciano», pubblicato nel dicembre 2020.

Vasta galassia

Secondo Marco Garda «la scena Hip Hop bresciana è da sempre frammentata, composta da tanti microcosmi, che di tanto in tanto entrano in contatto tra loro per poi riallontanarsi e disperdersi nella vasta galassia di questa grande cultura. Come "Made in Brescia" abbiamo da sempre cercato di fungere da collante, come una sorta di contenitore, di cassa di risonanza».

Attualmente l’associazione riunisce circa 70 ragazzi appartenenti a varie realtà e li aiuta a muovere i primi passi in questo mondo: dalla registrazione gratuita dei primi brani fino all’affiancamento nella preparazione del live. «Recentemente - sottolinea Garda - abbiamo portato in provincia un progetto educativo pensato per le scuole e legato ai valori originari dell’Hip Hop. Gli studenti vengono coinvolti nella stesura di testi, nei quali, in forma anonima, possono esprimere ansie, paure e disagi interiori, in modo da incanalare i propri sentimenti in maniera positiva e costruttiva. In studio mostriamo loro come si registra una canzone, come si crea un beat. Lo stesso può essere fatto con il ballo o con il disegno, aiutandoli così a coltivare i propri talenti». 

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